
Sono 79 i Paesi che hanno firmato una dichiarazione in cui si condannano le sanzioni di Donald Trump contro la Corte penale internazionale, sottolineando che queste “aumentano il rischio di impunità per i crimini più gravi e minacciano di minare lo stato di diritto internazionale”. Tra i Paesi che sostengono la dichiarazione non c’e’ l’Italia. “Oggi la Corte si trova ad affrontare sfide senza precedenti”, si legge nella dichiarazione dei Paesi firmatari dello Statuto di Roma, con cui è stata costituita la Cpi, in cui si riafferma il “continuo e incrollabile appoggio all’indipendenza, imparzialità e integrità” della Corte, considerata “un pilastro vitale del sistema di giustizia internazionale”. Nata da un’iniziativa di Slovenia, Lussemburgo, Messico, Sierra Leone e Vanautu, la dichiarazione è stata firmata, tra gli altri, da Spagna, Francia, Germania, Brasile, Belgio, Canada, Cile, Giordania, Nigeria, Portogallo, Palestina, Regno Unito e Panama.
Trump ieri ha firmato un ordine esecutivo per imporre sanzioni ai vertici e ai dipendenti della Corte accusati di imporre “senza fondamento legittimo la sua giurisdizione” sugli Stati Uniti e Israele, che non sono firmatari della Cpi. Nella dichiarazione si avvisa che “le sanzioni potranno mettere in pericolo la riservatezza delle informazioni sensibili e la sicurezza dei coinvolti, comprese vittime, testimoni e funzionari della Corte, molti dei quali sono i nostri cittadini”. Inoltre le sanzioni rischiano di compromettere inchieste in corso e costringere ad invadere uffici sul territorio. “Noi ci impegniamo – conclude la dichiarazione – a garantire la continuazione della Cpi perché possa continuare a svolgere le sue funzioni in maniere efficace ed indipendente”.
Al Trump ha risposto direttamente la Corte Penale Internazionale che condanna le parole del presidente americano, definendole un tentativo di “danneggiare il suo lavoro giudiziario indipendente e imparziale”. La Cpi ha ribadito il “fermo sostegno al suo personale” e l’impegno a “continuare a fornire giustizia e speranza a milioni di vittime innocenti di atrocita’ in tutto il mondo, in tutte le situazioni che si presentano”. La Corte ha anche esortato “i 125 Stati membri, la societa’ civile e tutte le nazioni del mondo a restare uniti per la giustizia ei diritti umani fondamentali”.
“La Corte penale internazionale deve poter promuovere liberamente la lotta contro l’impunità globale” e, ancora, “l’Europa sarà sempre a favore della giustizia e del rispetto del diritto internazionale”: così
Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue. La sua dichiarazione è stata diffusa sul social X. Secondo Von der Leyen, “la Cpi garantisce l’accertamento delle responsabilità per i crimini internazionali e dà voce alle vittime in tutto il mondo”. Von der Leyen si trova a Danzica, ospite della presidenza di turno polacca dell’Ue.
Ieri il presidente americano Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che prevede sanzioni nei confronti dei funzionari della Corte penale internazionale, accusata di “azioni illegittime e infondate contro Stati Uniti e Israele”. Tra queste, nella prospettiva di Washington, il mandato di arresto nei confronti del primo ministro di Tel Aviv, Benjamin Netanyahu, per crimini di guerra e contro l’umanità commessi nella Striscia di Gaza dopo il 7 ottobre 2023.