
Lutto nel mondo della cultura italiana. È morto all’età di 78 anni, dopo una lunga malattia, Stefano Benni, scrittore, giornalista, poeta e sceneggiatore tra i più amati e originali. L’autore visionario che ha raccontato con ironia e acume l’Italia contemporanea si è spento a Bologna, sua città natale, dove era tornato dopo un lungo periodo di lotta contro la malattia.
L’annuncio della sua scomparsa ha lasciato un vuoto nel panorama letterario, orfano di una delle sue penne più affilate e surreali. La sua produzione, vasta e inclassificabile, ha attraversato generi e decenni senza mai perdere la sua carica innovativa, accompagnando generazioni di lettori attraverso mondi fantastici, bar improbabili e personaggi eccentrici.
Benni si affermò al grande pubblico nel 1976 con la raccolta di racconti “Bar Sport”, un ritratto ironico e malinconico della provincia italiana. Da lì in poi, la sua carriera fu un susseguirsi di successi: “Terra!”, “Baol”, “La Compagnia dei Celestini”, “Margherita Dolcevita” sono solo alcuni dei titoli che hanno segnato la sua produzione e lo hanno reso un punto di riferimento per la narrativa italiana. Attraverso oltre venti romanzi e raccolte di racconti, tutti pubblicati da Feltrinelli, Benni ha costruito un universo letterario popolato da personaggi grotteschi e teneri, spesso vittime di una società cinica ma mai complici.
La sua satira, intelligente e mai accomodante, ha trovato spazio anche nel giornalismo. Ha collaborato con testate come “L’Espresso”, “Panorama”, “il manifesto”, “La Repubblica”, “Cuore” e “Linus”, usando la sua penna per smascherare le ipocrisie della politica e della cultura italiana. Dietro l’umorismo, però, c’è sempre stata una profonda inquietudine esistenziale e un amore viscerale per la libertà e l’arte.
Negli anni, Benni ha ampliato il suo repertorio scrivendo testi teatrali, poesie, favole, opere musicali e graphic novel. Soprannominato “il Lupo” fin dall’infanzia, ha sempre mantenuto uno spirito ribelle e indomito. Il suo impegno civile lo ha portato a protestare apertamente contro i tagli del governo Renzi all’istruzione e alla cultura, rifiutando nel 2015 il Premio Vittorio De Sica.
Amico fraterno dello scrittore francese Daniel Pennac, fu proprio Benni a promuovere la traduzione italiana delle prime opere di Pennac presso Feltrinelli, dando vita a un sodalizio letterario basato su stima e affinità. I suoi libri, tradotti in oltre 30 lingue, hanno saputo tenere insieme leggerezza e profondità, conquista ndo un pubblico trasversale e lasciando un segno indelebile nel panorama letterario.