ALBANIA SOSPENDE RATIFICA ACCORDO CON ITALIA SU MIGRANTI

In Albania si ferma il percorso per l’approvazione dell’intesa con l’Italia sui migranti: prevista inizialmente per oggi, la ratifica in Parlamento dell’ L’accordo sottoscritto da Meloni e Rama è stato sospesa dalla Corte costituzionale che ha accettato di esaminare 2 ricorsi dall’opposizione. Entro 3 mesi la sentenza di merito. 

La ratifica dell’accordo sottoscritto da Giorgia Meloni ed Edi Rama, che era prevista per domani nel Parlamento di Tirana, è stata sospesa dalla Corte Costituzionale, che ha accettato di esaminare due ricorsi presentati dall’opposizione. Tutto è quindi rimandato alla sentenza di merito, che dovrà arrivare entro tre mesi. Palazzo Chigi non ha commentato. Il protocollo siglato dai due capi di governo lo scorso novembre, che prevede tra le altre cose la creazione di due centri di accoglienza e rimpatrio sul suolo albanese, ma finanziati e gestiti dall’Italia, ha creato duri scontri tra maggioranza e opposizione sia a Roma (dove l’intesa deve ancora approdare in aula per la ratifica) che a Tirana. Nella capitale albanese il centrodestra ha denunciato un meccanismo di cooperazione che sarebbe in contrasto con la Costituzione e con le convenzioni internazionali. In particolare, nei due ricorsi presentati alla Corte – uno avanzato dal Partito democratico, l’altro da 28 deputati legati all’ex premier ed ex presidente Sali Berisha – è stato affermato che il protocollo con l’Italia porterebbe l’ Albania a rinunciare alla sua sovranità, e in ogni caso per far passare questo accordo sarebbe necessaria l’autorizzazione del presidente della Repubblica. Su questi rilievi è arrivato un primo pronunciamento della Corte costituzionale. Non nel merito, ma sulla legittimità.  Ora le procedure parlamentari per la ratifica dell’accordo vengono sospese fino a quando gli alti magistrati non si esprimeranno con una sentenza. Che secondo la legislazione nazionale deve arrivare entro tre mesi dalla data di presentazione del ricorso. Quindi entro il prossimo 6 marzo.

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