
Gli Stati Uniti sospendono l’invio di armi all’Ucraina, scatenando la dura reazione di Kiev e il plauso del Cremlino. La Casa Bianca giustifica la decisione con la necessità di tutelare gli interessi americani, mentre l’Ucraina invoca la continuazione delle forniture, cruciali per la difesa del Paese.
Un fulmine a ciel sereno scuote le già tese relazioni tra Washington e Kiev. L’amministrazione Trump ha annunciato la sospensione di alcune forniture militari all’Ucraina, inclusi missili antiaerei e sistemi Patriot, armi vitali per la difesa del Paese contro i crescenti attacchi russi. La decisione ha immediatamente generato un’ondata di preoccupazione a Kiev e un inatteso giubilo a Mosca.
La Casa Bianca, tramite la vice-addetta stampa Anna Kelly, ha dichiarato che la scelta è stata presa per “mettere al primo posto la sicurezza nazionale americana”, a seguito di una revisione del Dipartimento della Difesa sull’assistenza militare globale. Un’affermazione che lascia intendere una diminuzione delle scorte di munizioni statunitensi come motivazione principale.
La notizia ha colto di sorpresa il governo ucraino, che ha prontamente convocato John Ginkel, vice capo dell’ambasciata statunitense a Kiev, per esprimere la propria ferma protesta. Il Ministero degli Esteri ucraino ha sottolineato “l’importanza critica” delle forniture militari americane, avvertendo che “qualsiasi ritardo o esitazione nel sostenere la difesa dell’Ucraina non farà altro che incoraggiare l’aggressore a continuare la guerra”.
Mykhail Podolyak, consigliere del presidente Volodymyr Zelensky, ha espresso sconcerto per la decisione, affermando che “sembrerebbe molto strano, disumano, interrompere la fornitura di sistemi antimissile, in particolare dei Patriot, che proteggono in modo assolutamente evidente la popolazione civile in Ucraina su larga scala”. Nonostante le rassicurazioni iniziali sulle “consegne che proseguono ancora oggi”, l’allarme a Kiev è palpabile, soprattutto considerando i recenti e massicci attacchi con droni e missili sulle città ucraine.
La decisione statunitense è stata accolta con favore dal Cremlino. Dmitry Peskov, portavoce di Mosca, ha commentato con sarcasmo: “Meno armi verranno consegnate all’Ucraina, prima terminerà l’operazione militare speciale”, alimentando i timori di una Russia rinvigorita.
Il congelamento degli aiuti militari arriva in un momento cruciale per l’Ucraina, che sta perdendo terreno su alcune parti della linea del fronte e deve far fronte a una crescente pressione russa. A complicare ulteriormente il quadro, fonti dell’intelligence ucraina citate dalla CNN riportano l’allarmante prospettiva dell’arrivo di altri 30.000 soldati nordcoreani nei prossimi mesi, che si aggiungerebbero agli 11.000 già inviati a novembre per rafforzare l’offensiva russa.
Il presidente Volodymyr Zelensky ha cercato di gettare acqua sul fuoco. “Ucraina e Stati Uniti stanno chiarendo tutti i dettagli relativi alle forniture, inclusa la difesa aerea,” ha dichiarato Zelensky, ribadendo l’assoluta priorità di “garantire la protezione della nostra gente.”
Il primo passo ufficiale di Kiev è stato convocare l’incaricato d’affari statunitense. La vice ministra degli Esteri, Mariana Betsa, ha espresso la gratitudine dell’Ucraina per il sostegno ricevuto fin dall’inizio dell’invasione russa, ma ha anche sottolineato “l’importanza di mantenere le consegne già stanziate, con particolare attenzione al rafforzamento della difesa aerea.” Un segnale chiaro della crucialità di questi aiuti per la sicurezza del Paese.
La preoccupazione per la decisione americana è palpabile tra i funzionari ucraini. Mykhailo Podolyak, consigliere presidenziale, ha ribadito: “Le consegne continuano ancora oggi. Sarebbe strano e disumano interrompere la fornitura di sistemi antimissile, in particolare dei Patriot, che proteggono in modo evidente la popolazione civile su larga scala.” Il riferimento ai sistemi Patriot è significativo, data la loro importanza strategica nella difesa aerea ucraina, costantemente sotto attacco.
Anche il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, ha definito la decisione americana “una pessima notizia,” sottolineando come “molto dipende dagli Stati Uniti.” Klitschko ha però lanciato un appello all’Europa, auspicando di poter contare ancora sul sostegno, “soprattutto da parte della Germania,” per rafforzare le capacità di difesa aerea. In questo contesto di incertezza, l’Ucraina sta anche lavorando a piani a lungo termine per produrre armi insieme ad alleati internazionali, una mossa che potrebbe ridurre la sua dipendenza dalle forniture esterne.