
CROLLANO LE STIME DI CRESCITA GLOBALE, -4,9%. CORTE DEI CONTI: “LA CRISI DEL COVID NON DIVENTI QUELLA DEL SISTEMA PAESE”
Il Fondo taglia le stime del Pil: in Eurozona -10,2%. “Crisi senza precedenti e ripresa incerta”. L’economista Gopinah: mai cosi’ dai tempi della Grande depressione, persi 12 mila miliardi di dollari nel 2020 e 2021.
Monito dei giudici contabili: “Necessari provvedimenti urgenti di sostegno all’economia, non piu’ rinviabile una riforma del fisco. L’Italia non e’ la cicala che molti credono in Europa”.
Il Fondo monetario internazionale vede ancor più nero per quest’anno e taglia le stime di crescita per il 2020, prevedendo una flessione del Pil mondiale del 4,9% contro il -3% stimato ad aprile. “Rispetto ad aprile c’è un grado di incertezza più elevato”, spiega l’Fmi, “la pandemia ha avuto un impatto sull’economia nella prima metà del 2020 più negativo di quanto previsto e si prevede che la ripresa sarà più graduale di quanto precedentemente stimato”, con l’occupazione che subirà un impatto “catastrofico” dalla crisi. Nessun Paese si salva dal taglio delle stime: per gli Stati Uniti l’Fmi prevede una contrazione dell’economia dell’8% (-5,9% ad aprile), per l’eurozona un -10,2% (-7,5% ad aprile). Per l’Italia, in particolare, il Fondo stima un crollo del Pil del 12,8% rispetto alla precedente previsione di -9,1%. Anche per la Spagna si stima una caduta del 12,8% (dal precedente -8%), per la Francia del 12,5% (da -7,2%), per la Germania del 7,8% (da -7%). Fuori dall’Europa, la Cina crescerà solo dell’1%.
L’emergenza coronavirus non deve diventare una “crisi del sistema-Paese”. È il monito lanciato dal procuratore generale della Corte dei conti, Fausta Di Grazia, alla cerimonia di parificazione del rendiconto dello Stato. “Il presente giudizio di parifica – ha detto il procuratore – interviene sull’esercizio 2019 che precede i noti e funesti eventi pandemici dovuti al Covid-19, con conseguente crisi economica senza precedenti e riflessi sociali drammatici anche per il futuro, al momento difficilmente prevedibili. È importante che la calamità non diventi crisi del sistema-Paese, atta a favorire la deriva della dismissione dei controlli e delle scelte condizionate dall’urgenza”. “Colgo l’occasione – ha aggiunto Di Grazia – per manifestare l’auspicio che il legislatore possa attivare idonei meccanismi di sviluppo utili a correggere alcune criticità tradizionali, coniugando visioni strategiche a breve e lungo termine, anche in considerazione del dispiegamento di risorse e dei flussi di denaro destinati a essere introdotti per affrontare l’emergenza”.
“Appare non più rinviabile un intervento in materia fiscale che riduca, per quanto possibile, le aliquote sui redditi dei dipendenti ed anche dei pensionati che, pur essendo fuori dal circuito produttivo, frequentemente sostengono le generazioni più giovani, oltreché le imposizioni gravanti sulle imprese alle quali sono affidate le concrete speranze di un rilancio del Paese”. È l’appello lanciato dal procuratore generale della Corte dei Conti Fausta Di Grazia, in occasione della cerimonia di parificazione del Rendiconto generale dello Stato per l’esercizio finanziario 2019. “L’alleggerimento della fiscalità potrebbe evitare, soprattutto in un momento di crisi globale, la costante erosione del potere d’acquisto delle famiglie e un’ulteriore contrazione del mercato interno, che non favorisce il gettito erariale – sottolinea – Sul fronte delle entrate, inoltre, non è stato ancora risolto in senso positivo il contrasto all’evasione fiscale, con conseguente mancato recupero di quanto dovuto, nonostante il costante impegno dell’amministrazione finanziaria, che consentirebbe per tutti i contribuenti corretti la riduzione del carico fiscale, con effetti benefici sulla produzione di ricchezza e sull’incremento dei consumi”. Valutazioni non lusinghiere arrivano dalla magistratura contabile in merito ai risultati dei due provvedimenti simbolo del governo gialloverde, “quota 100” in campo previdenziale e “reddito di cittadinanza” in ambito assistenziale.