ANCORA FORTE TENSIONE IN LIBIA. PARTONO LE SANZIONI. GENTILONI: APPOGGIO A GOVERNO SERRAJ
Calma apparente a Tripoli dopo incidenti che hanno accompagnato l’arrivo del premier designato con accordo Onu, riaperte strade principali. Scattano sanzioni Ue contro tre esponenti libici che ostacolano governo unita’ nazionale: due di Tripoli e uno di Tobruk. Ministro esteri: invio aiuti alimentari e medici.
Il governo libico di unità nazionale si è riunito nella base navale Abusita di Tripoli in cui è arrivato ieri via mare dalla Tunisia, base che era pesantemente sorvegliata. Negli incontri di oggi i membri dell’esecutivo hanno incontrato sostenitori politici, leader locali, uomini d’affari e il governatore della banca centrale Sadiq al-Kabir. Il brigadier generale Abdulrahman Taweel, incaricato dell’ogranizzazione della sicurezza per il nuovo governo, ha definito la base “totalmente messa al sicuro”. “Stiamo lavorando per mettere al sicuro tutte le altre istituzioni dello Stato”, ha detto parlando con Reuters, aggiungendo che i membri del nuovo esecutivo staranno a Tripoli e non lasceranno la città “se non per incontri internazionali”.
Il Consiglio dell’Unione europea ha stabilito di imporre sanzioni contro tre alti rappresentanti libici per avere ostacolato l’insediamento di un governo di unità nazionale nel Paese. Lo riferiscono a Efe fonti diplomatiche comunitarie. I tre sono: il presidente della Camera di Tripoli Nouri Abu Sahmein, il premier dell’esecutivo di Tripoli Khalifa al-Ghweil e il presidente del Congresso dei deputati di Tobruk Aqila Salah.
Le sanzioni consistono nel congelamento dei beni che queste persone possono avere nell’Ue e nel divieto di viaggio in territorio comunitario. Ieri il premier designato del governo di unità Fayez Al-Sarraj e sette membri dell’esecutivo stesso sono sbarcati a Tripoli arrivando dalla Tunisia. Dall’inizio del mese la Libia ha tre governi: uno a Tripoli, considerato ribelle e non riconosciuto dalla comunità internazionale; uno a Tobruk, appoggiato dal Parlamento riconosciuto dalla comunità internazionale; e un terzo di unità nazionale, che nessuno degli altri due esecutivi riconosce, ma che è appoggiato dall’Onu e dalla maggior parte delle potenze mondiali.
Dell’instabilità hanno approfittato proprio gruppi radicali come la branca libica dello Stato islamico, che nell’ultimo anno ha consolidato postazioni e ampliato il territorio sotto il suo controllo, che adesso comprende la città costiera di Sirte e diversi quartieri di Bengasi. All’inizio di gennaio, inoltre, i jihadisti hanno lanciato un’offensiva contro gli importanti poli petroliferi di Sidra e Ras Lanuf, che è stata respinta a fatica dalla milizia privata che li difende.
Il ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Paolo Gentiloni ha avuto un colloquio telefonico con il Primo Ministro designato libico, Fayez al Serraj. Lo comunica la Farnesina in una nota. Serraj, che parlava dal suo ufficio a Tripoli, ha confermato “la determinazione del Consiglio presidenziale a procedere nel dialogo con tutte le parti libiche per consolidare il governo di accordo nazionale e avviare la stabilizzazione del paese”. Sull’attuale situazione a Tripoli, Serraj ha riferito che “al momento non si registrano scontri, anche se il quadro resta caratterizzato da evidenti tensioni. Dal canto suo, il ministro Gentiloni ha rinnovato l’appoggio italiano al governo di accordo nazionale e il sostegno ad ogni azione volta ad allargare e a consolidare la sua base di consenso”. Gentiloni e Serraj hanno infine “concordato sul pronto invio da parte della Cooperazione italiana di aiuti di urgenza alimentari (860 tonnellate) e medici (3 kit sanitari generici, in grado di garantire la cura di 30.000 pazienti). Gli aiuti saranno distribuiti ai cittadini libici in maggiore difficolta’ dal governo di accordo nazionale”, conclude la nota della Farnesina.