
Andrea Bajani con il romanzo “L’anniversario” (Feltrinelli) è il vincitore del Premio Strega 2025, aggiudicandosi il prestigioso riconoscimento con 194 voti. Un successo che arriva dopo aver già conquistato il Premio Strega Giovani il 3 giugno.
La scrittrice Elisabetta Rasy, con “Perduto è questo mare” (Rizzoli), si è classificata al secondo posto con 133 voti, superando di poco la favorita Nadia Terranova, terza con “Quello che so di te” (Guanda) con 117 voti. A seguire Paolo Nori (“Chiudo la porta e urlo”, Mondadori; 103 voti) e Michele Ruol (“Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia”, TerraRossa; 99 voti). L’ordine d’arrivo ha in larga parte rispecchiato la cinquina selezionata a inizio giugno.
“La letteratura è contestare la versione ufficiale”, ha dichiarato Bajani dopo la vittoria, una frase che sembra risuonare con le controversie che hanno animato questa edizione del Premio Strega. Nonostante la gioia del vincitore, la cerimonia di ieri sera al Ninfeo di Villa Giulia, trasmessa in diretta Rai, è stata attraversata dalle polemiche “Giuli-Strega”.
Il ministro ha lamentato di non aver ricevuto alcun contatto o libro dalla Fondazione Bellonci, sentendosi “un nemico della Domenica”. A inasprire ulteriormente gli animi, le voci trapelate ieri dal suo dicastero riguardo un possibile trasferimento della finale del prossimo anno dal Ninfeo a Cinecittà.
Come riporta Il Corriere della Sera, quella di ieri potrebbe essere stata l’ultima finale del Premio Strega al Museo Nazionale Etrusco. Fonti ministeriali suggeriscono l’intenzione di offrire a Fondazione Bellonci la sede di Cinecittà, in linea con i principi del Piano Olivetti volti alla valorizzazione delle periferie tramite la presenza di rassegne culturali d’eccellenza.
Il Corriere della Sera descrive “L’anniversario” come un libro che, pur narrando vicende dure, non “prende allo stomaco” con violenza. La prosa di Bajani è caratterizzata da uno “stile pulito e mai violento, misurata, a tratti delicata, che scava nel dolore – nei meccanismi soffocanti di una famiglia retta da un padre-padrone – senza far precipitare il lettore nell’angoscia”.