
Un pezzo di storia della mondanità italiana passa di mano. La Capannina di Franceschi, il leggendario locale di Forte dei Marmi, è stata acquisita dal Gruppo Giorgio Armani. L’annuncio pone fine a mesi di indiscrezioni e apre un nuovo capitolo per l’icona della Versilia.
L’acquisizione, il cui valore si aggirerebbe tra i 12 e i 15 milioni di euro secondo fonti non confermate, ha un forte valore simbolico. Per lo stilista, da sempre legato a Forte dei Marmi, non è solo un’operazione commerciale, ma un “gesto affettivo” e un ritorno alle origini. Fu proprio a La Capannina, infatti, che negli anni Sessanta Giorgio Armani conobbe Sergio Galeotti, l’amico e socio con cui avrebbe fondato l’impero della moda.
Fondata nel 1929 da Achille Franceschi, La Capannina nacque come un semplice ritrovo in riva al mare, con un grammofono a manovella e una vista mozzafiato. Divenne subito un punto di riferimento per l’élite italiana, attirando aristocratici, poeti come Montale e Ungaretti, e intellettuali. Negli anni del boom economico, il locale si trasformò nel palcoscenico per le stelle emergenti, da Gino Paoli a Bruno Lauzi, e per i grandi artisti internazionali come Ray Charles e Grace Jones.
L’epoca d’oro più recente è legata alla famiglia Guidi, che rilevò il locale nel 1977. Per quasi cinquant’anni, Gherardo e Carla Guidi seppero unire il rispetto per la tradizione con la capacità di leggere i gusti contemporanei, trasformando La Capannina in un crocevia di generi, dalla commedia al pop, fino a diventare il set naturale per il celebre film “Sapore di mare”. Con la scomparsa di Gherardo Guidi nell’ottobre 2023, la famiglia ha scelto di cedere la storica attività, riconoscendo che solo un nome di grande carisma avrebbe potuto raccoglierne l’eredità.
La gestione di Armani avrà inizio a partire dalla stagione estiva 2026. Sebbene i dettagli del progetto siano ancora sconosciuti, l’obiettivo è di proiettare il locale nel futuro “senza tradirne lo spirito”. La nota ufficiale della Maison descrive l’acquisizione come un “tributo alla tradizione italiana”, un’evoluzione che punterà a coniugare “rispetto e visione, eleganza e sobrietà, tradizione e contemporaneità”.