
Un ordigno esplosivo artigianale contenente circa un chilogrammo di esplosivo è stato posizionato e fatto deflagrare nei pressi dell’auto di Sigfrido Ranucci, conduttore del programma Report, parcheggiata davanti alla sua abitazione a Pomezia, alle porte di Roma. L’esplosione, che ha coinvolto anche la vettura della figlia del giornalista, è stata confermata dagli investigatori intervenuti sul posto.
La deflagrazione, avvenuta intorno alle 22:00, è stata di tale potenza da danneggiare anche l’abitazione vicina. La redazione di Report ha denunciato l’accaduto sui social, chiarendo la natura dell’attentato: “Una bomba, con quella potenza poteva uccidere chiunque fosse passato in quel momento.”
Sul posto sono intervenuti immediatamente Carabinieri, Digos, Vigili del Fuoco e la Scientifica. La Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Roma ha avviato un’indagine, con il PM Carlo Villani che al momento procede per danneggiamento con l’aggravante del metodo mafioso.
L’attentato, che ha sfiorato la tragedia, colpisce uno dei volti più noti del giornalismo d’inchiesta italiano, da tempo al centro di polemiche e minacce per le scottanti inchieste trasmesse da Report.
Intervistato, Ranucci ha espresso forte preoccupazione per l’accaduto: “Contro di me c’è stato un salto di qualità che ritengo allarmante”. Il giornalista ha inoltre confermato di aver sporto denuncia e ha ricordato di aver già ricevuto “decine di minacce” in passato. Il giornalista ha fornito una serie di elementi anche ai magistrati di piazzale Clodio, che lo hanno ascoltato per due ore nel pomeriggio. “Abbiamo delineato con i magistrati un contesto – ha detto lasciando gli uffici giudiziari -. Ci sono quattro-cinque tracce importanti che però per coincidenza alla fine riconducono sempre agli stessi ambiti. Sono cose molto complesse da provare”.
Onda di Sdegno Politico: “Attacco alla Libertà di Stampa”
L’attacco a Ranucci ha scatenato un’ondata di indignazione trasversale nel mondo politico e giornalistico, con tutte le principali cariche dello Stato e i leader di partito che hanno espresso solidarietà e condanna:
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha fatto pervenire a Sigfrido Ranucci la sua solidarietà, esprimendo “severa condanna” per il grave gesto intimidatorio.
- Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio, ha espresso “piena solidarietà” e la “più ferma condanna per il grave atto intimidatorio,” ribadendo che la libertà di informazione è un valore “irrinunciabile.”
- Il Vicepremier Matteo Salvini ha parlato di un gesto “di una gravità inaudita e inaccettabile.”
- Il Ministro della Difesa Guido Crosetto ha definito l’esplosione “un gesto gravissimo, vile, inaccettabile,” che colpisce “la libertà stessa di informare e di esprimersi.”
- ‘L’attentato a Sigfrido Ranucci è un attentato alla democrazia e alla libertà di informazione. Un attacco vile e pericoloso a una persona già sotto scorta per aver svolto il suo lavoro di giornalista d’inchiesta, un attacco che richiede la reazione e la presenza delle istituzioni. Non possiamo accettare alcuna intimidazione al giornalismo d’inchiesta. Sia fatta piena luce sui responsabili e la matrice di questo gravissimo attentato.A Sigfrido Ranucci e sua figlia voglio esprimere la massima solidarietà e vicinanza mia e di tutto il Partito Democratico’. Così la segretaria del Pd Elly Schlein..
- Tutte le opposizioni, da Carlo Calenda (Azione) a Angelo Bonelli (Avs), hanno sottolineato la natura intimidatoria e il “salto di qualità” della violenza, chiedendo protezione immediata per il giornalista e condannando il “clima d’odio” contro il giornalismo d’inchiesta.
“Piena solidarietà a Sigfrido RanucciI e alla sua famiglia per il grave attentato di cui è stato vittima. Un gesto vigliacco e gravissimo che rappresenta un attacco non solo alla persona ma alla libertà di stampa e ai valori fondamentali della nostra democrazia. Ci sarà il massimo impegno delle forze di polizia per accertare rapidamente gli autori. Ho dato mandato di rafforzare al massimo ogni misura a sua protezione”. Lo ha dichiarato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. In giornata al cronista è stata assegnata un’auto blindata. Delle indagini si occupano i pm della Direzione distrettuale antimafia. Il fascicolo al momento è stato aperto per danneggiamento aggravato e violazione della legge sulle armi, ed è sul tavolo del pm Carlo Villani e dell’aggiunto Ilaria Calò, coordinati dal procuratore Francesco Lo Voi.
Associazioni come Usigrai, Unirai e Giornaliste Italiane, hanno espresso profondo sgomento, definendo l’attentato come un attacco vile e disumano che porta la violenza nella vita privata, colpendo non solo un uomo, ma la democrazia stessa. “La nostra piena solidarietà a Sigfrido Ranucci e alla sua famiglia per l’attentato incendiario di questa notte. C’è viva preoccupazione per quanto successo: un gesto profondamente inquietante perché quando si attacca un giornalista si attacca la democrazia”. Così la Giunta esecutiva centrale dell’Anm.
“Esprimo la più ferma condanna per il grave gesto messo in atto ai danni del giornalista Sigfrido Ranucci e della sua famiglia, a cui rivolgo la mia piena solidarietà. La libertà di stampa è un pilastro fondamentale della democrazia che deve essere sempre difeso e tutelato”. Così il Presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana.
L’esplosione dell’auto di Sigfrido Ranucci non è un episodio isolato, ma si inserisce in un allarmante contesto di minacce e intimidazioni che da anni bersagliano il giornalista e la redazione di Report. La gravità dell’atto, definito un “salto di qualità” dalla politica, è accentuata dal fatto che Ranucci è un giornalista che vive già sotto tutela delle Forze dell’Ordine. Ranucci è noto per aver rivelato inchieste scomode che hanno toccato potentati economici, politici e criminali. Le intimidazioni non si limitano agli atti violenti o alle minacce dirette, ma includono anche azioni di “guerra psicologica” e pressione reputazionale, spesso correlate alle inchieste più recenti di Report.
Ranucci e Report hanno spesso denunciato di essere vittime di un “clima di isolamento e delegittimazione,” con attacchi che arrivano anche dalla politica, a volte con l’obiettivo di chiedere la chiusura della trasmissione. Il giornalista ha parlato di numerose querele temerarie (azioni legali palesemente infondate e con il solo scopo di intimidire) da parte di figure politiche e imprenditoriali.
Le inchieste di Report spaziano dal traffico illecito di rifiuti radioattivi (per cui Ranucci vinse il Gran Prix nel 2000), alla criminalità organizzata, fino ad arrivare a temi di geopolitica come il servizio sul conflitto israelo-palestinese, che ha innescato una recente ondata di minacce “para-terroristiche” che evocavano la tragedia di Charlie Hebdo.
L’attentato odierno è preceduto, come sottolineato da diverse voci politiche, anche da episodi di pedinamenti e dossieraggi subiti dal giornalista. L’attentato con l’ordigno, che ha distrutto le auto a Campo Ascolano, rappresenta dunque una drammatica evoluzione del livello di rischio per Ranucci, confermando, come dichiarato da Usigrai, che l’Italia resta uno dei Paesi europei con il maggior numero di giornalisti minacciati.