
Il Papa, Leone XIV, ha pronunciato la formula di canonizzazione davanti a una folla imponente. L’intera famiglia Acutis presente alla celebrazione. Il Pontefice ha sottolineato l’esempio dei due giovani, definiti «innamorati di Gesù» e pronti a donare tutto per la fede.
Una folla di quasi 70mila fedeli ha riempito Piazza San Pietro per assistere alla storica canonizzazione di Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati. La cerimonia, presieduta da Papa Leone XIV, ha segnato l’iscrizione ufficiale dei due giovani nell’Albo dei Santi.
La solenne formula in latino, pronunciata dal Pontefice, ha ufficialmente proclamato: “I beati Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis li iscriviamo nell’Albo dei santi stabilendo che in tutta la Chiesa essi siano devotamente onorati tra i santi”.
Sul sagrato della Basilica era presente il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, insieme all’intera famiglia di Carlo Acutis: il padre Andrea, la madre Antonia e i fratelli Michele e Francesca.
Nell’omelia, Papa Leone XIV ha tracciato un ritratto dei due nuovi santi, sottolineando come le loro vite, pur a distanza di un secolo, siano un esempio per tutti i fedeli, specialmente per i giovani.

“Oggi guardiamo a San Pier Giorgio Frassati e a San Carlo Acutis: un giovane dell’inizio del Novecento e un adolescente dei nostri giorni, tutti e due innamorati di Gesù e pronti a donare tutto per Lui”, ha detto il Pontefice.
Il Papa ha ricordato come Pier Giorgio Frassati, un giovane torinese dell’inizio del Novecento, abbia vissuto la fede in modo non privato, impegnandosi attivamente nella società e nella politica, tanto che gli amici lo avevano soprannominato “Frassati Impresa Trasporti” per la sua instancabile carità verso i poveri. La sua vita, ha sottolineato il Santo Padre, rappresenta ancora oggi una luce per la spiritualità laica.

Anche Carlo Acutis ha incontrato Gesù in famiglia e poi a scuola e nei sacramenti. La sua spiritualità, ha spiegato il Papa, era profondamente radicata nella preghiera, nello sport, nello studio e nella carità.
“L’unica cosa che dobbiamo temere veramente è il peccato”, ha ricordato il Pontefice, citando una frase di Carlo Acutis. “Gli uomini si preoccupano tanto della bellezza del proprio corpo e non si preoccupano della bellezza della propria anima”.
Entrambi i giovani, ha concluso il Papa, avevano una profonda devozione per i Santi e per la Vergine Maria e praticavano la carità con generosità. Nemmeno le malattie che li hanno colpiti e ne hanno stroncato le giovani vite hanno fermato il loro amore per Dio e per il prossimo.
Leone XIV ha definito Acutis e Frassati “un invito rivolto a tutti noi, soprattutto ai giovani, a non sciupare la vita, ma a orientarla verso l’alto e a farne un capolavoro”.
“Questa è la formula semplice, ma vincente, della loro santità”, ha concluso il Papa. “Non io, ma Dio’, diceva Carlo. E Pier Giorgio: ‘Se avrai Dio per centro di ogni tua azione, allora arriverai fino alla fine'”.