
INCOSTITUZIONALE LA NORMA CHE LO ESCLUDEVA
Anche i single possono adottare bambini stranieri in situazione di abbandono. Lo stabilisce la sentenza con cui la Consulta dichiara costituzionalmente illegittimo l’articolo 29-bis, comma 1, della legge numero 184 del 1983, nella parte in cui non include le persone singole fra coloro che possono adottare un minore straniero residente all’estero. La norma, secondo la Corte, comprimeva in modo sproporzionato l’interesse dell’aspirante genitore a rendersi disponibile rispetto all’istituto dell’adozione che è ispirato a un principio di solidarietà sociale a tutela del minore. ‘Una sentenza storica’, per Alessandro Zan del Pd che invita il Parlamento a intervenire per adeguare la normativa e cancellare ogni ostacolo ideologico.
Anche le persone singole possono adottare minori stranieri in situazione di abbandono. È quanto si legge nella sentenza numero 33, depositata oggi, con cui la Corte costituzionale ha dichiarato costituzionalmente illegittimo l’articolo 29-bis, comma 1, della legge numero 184 del 1983, nella parte in cui non include le persone singole fra coloro che possono adottare un minore straniero residente all’estero. La Corte, chiamata a pronunciarsi sulla disciplina dell’adozione internazionale che non include le persone singole fra coloro che possono adottare, ha affermato che tale esclusione si pone in contrasto con gli articoli 2 e 117, primo comma, della Costituzione, quest’ultimo in relazione all’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. La disciplina dichiarata illegittima comprimeva, infatti, in modo sproporzionato l’interesse dell’aspirante genitore a rendersi disponibile rispetto a un istituto, qual è l’adozione, ispirato a un principio di solidarietà sociale a tutela del minore.
L’interesse a divenire genitori, pur non attribuendo una pretesa ad adottare, rientra nella libertà di autodeterminazione della persona e va tenuto in considerazione, insieme ai molteplici e primari interessi del minore, nel giudizio sulla non irragionevolezza e non sproporzione delle scelte operate dal legislatore, secondo i giudici della Consulta. La Corte ha, dunque, rilevato che le persone singole sono in astratto idonee ad assicurare al minore in stato di abbandono un ambiente stabile e armonioso, fermo restando che spetta poi al giudice accertare in concreto l’idoneità affettiva dell’aspirante genitore e la sua capacità di educare, istruire e mantenere il minore. Tale accertamento può tenere conto anche della rete familiare di riferimento dell’aspirante genitore. Evidenziate le garanzie poste a tutela del minore, la Corte ha altresì osservato che, nell’attuale contesto giuridico-sociale caratterizzato da una significativa riduzione delle domande di adozione, il divieto assoluto imposto alle singole persone rischiando di “riflettersi negativamente sulla stessa effettività del diritto del minore a essere accolto in un ambiente familiare stabile e armonioso”.
“La sentenza della Corte Costituzionale, che ha dichiarato illegittima l’esclusione dalle adozioni internazionali delle persone single , è una svolta storica. Perché mette al primo posto i diritti dei minori e la libertà di autodeterminazione di ogni individuo. Ora il Parlamento interviene, adegui la normativa e cancella ogni ostacolo ideologico. Meloni e il suo Governo riconoscano una volta per tutto ciò che conta è l’amore, non lo stato civile. E adesso si va oltre: questo diritto deve essere esteso anche alle coppie omogenitoriali. Basta discriminazioni, basta pregiudizi: ogni bambino ha diritto a una famiglia, e ogni ha diritto ad essere riconosciuto. Così in una nota Alessandro Zan, responsabile diritti nella segreteria nazionale del Pd.
“La sentenza con cui la Consulta apre all’adozione di minori stranieri anche per genitori single è un passo avanti importante che deve indurre il legislatore a rivedere e aggiornare la legge sulle adozioni. In particolare, oltre a semplificare e accelerare le procedure nel prevalente interesse del minore che è quello a trovare una famiglia nel più breve tempo possibile, una nuova legge sulle adozioni rimane la strada maestra per tutelare al meglio i diritti delle bambine e dei bambini a ritrovare una famiglia quale luogo in cui crescere con amore e per riconoscere la legittima aspirazione alla genitorialità di chi oggi pur volendo non può”. Lo dice la senatrice del Pd Valeria Valente.