
Una nuova bozza di accordo presentata alla Cop28 di Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, non contiene più la dicitura “phase-out”, che indicava l’eliminazione graduale dei combustibili fossili e che più di 100 Paesi avevano invocato”, ma chiede di “transitare fuori dai combustibili fossili nei sistemi energetici in modo giusto, ordinato ed equo, accelerando l’azione in questo decennio critico”. La transizione dovrebbe avvenire in modo da portare il mondo a zero emissioni nette di gas serra nel 2050 e seguire i dettami della scienza climatica. Per raggiungere la soglia concordata, si prevede che il mondo raggiunga il picco massimo di emissioni di carbonio entro il 2025, ma si lascia un margine di manovra a singoli Paesi come la Cina per raggiungere il picco più tardi. Il documento è chiamato ‘global stocktake’. E’ la terza versione di testo presentata in circa due settimane.
“Avevamo bisogno di un segnale globale per affrontare i combustibili fossili. Questa è la prima volta in 28 anni che i Paesi sono costretti a occuparsi dei combustibili fossili”, ha dichiarato ad Associated Press Jean Su, direttrice del Center for Biological Diversity per la giustizia energetica. “È quindi una vittoria generale”, ha affermato, aggiungendo tuttavia che a suo parere “i dettagli effettivi sono gravemente lacunosi”. “Secondo Su, “Il problema del testo – dice – è che include ancora cavernose scappatoie che permettono agli Stati Uniti e ad altri Paesi produttori di combustibili fossili di continuare a espandere i loro combustibili fossili”, in particolare “c’è una falla micidiale e fatale nel testo, che permette di continuare a utilizzare i combustibili di transizione”, una parola in codice per il gas naturale, che emette anche carbonio. Di scappatoie parla anche Teresa Anderson, responsabile globale per il clima di Action Aid: “Il testo presenta molte scappatoie e offre diversi regali agli ecologisti, menzionando la cattura e lo stoccaggio del carbonio, i cosiddetti combustibili di transizione, l’energia nucleare e i mercati del carbonio”, afferma, aggiungendo che il testo “complessivamente traccia una strada irta di ostacoli verso un futuro senza fossili”.