
LA REPLICA DEL TYCOON: ‘MAI DIRE MAI’
Si terrà in Svizzera nel fine settimana il primo incontro ufficiale tra rappresentanti di alto livello di Stati Uniti e Cina dall’imposizione dei dazi voluti dall’ex presidente Donald Trump. Il segretario al Tesoro americano Bessent e il rappresentante per il Commercio statunitense Grier incontreranno sabato e domenica i loro omologhi cinesi per discutere della complessa situazione commerciale tra le due superpotenze. La Cina ha dichiarato che i colloqui sui dazi in Svizzera il prossimo fine settimana si terranno “su richiesta degli Stati Uniti”, sottolineando che la sua posizione sui dazi statunitensi “resta invariata”. “Ogni dialogo deve basarsi su uguaglianza, rispetto e reciproco vantaggio. Qualsiasi forma di pressione o coercizione non avrà alcun effetto sulla Cina”, ha dichiarato il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Lin Jian, in una conferenza stampa.
Parallelamente, si registrano i colloqui tra Washington e Ottawa. Durante un bilaterale nella capitale statunitense, il premier canadese Carney ha ribadito con fermezza al presidente Trump che il suo Paese “non è in vendita”. La risposta del tycoon non ha però chiuso del tutto la porta a scenari futuri, con un lapidario “Mai dire mai”. Queste parole lasciano intendere che, nonostante le rassicurazioni del primo ministro canadese, la possibilità di manovre economiche o commerciali significative con il vicino settentrionale non sia del tutto esclusa dall’amministrazione statunitense. L’incontro in Svizzera sarà quindi osservato con attenzione per capire se potrà gettare le basi per una distensione sul fronte commerciale globale, mentre le dinamiche tra Stati Uniti e Canada restano sotto i riflettori.
“Molto costruttivi”. Così il primo ministro canadese Mark Carney ha definito i colloqui avuti ieri con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, lasciando però intendere che la controversia commerciale tra i due paesi è tutt’altro che risolta. Entrambi i leader hanno concordato di proseguire le discussioni nelle prossime settimane, con un nuovo incontro previsto al vertice del G7 in programma a Kananaskis.


“Abbiamo avuto discussioni che definirei ampie e, come ho detto poco fa, molto costruttive”, ha dichiarato Carney ai giornalisti al termine dell’incontro nello Studio Ovale. “Abbiamo concordato di avere ulteriori conversazioni nelle prossime settimane e non vediamo l’ora di incontrarci di persona al vertice del G7 a Kananaskis”.
Tuttavia, il premier canadese ha colto l’occasione per ribadire con fermezza la posizione del suo paese, rispondendo alle recenti dichiarazioni di Trump che avevano suscitato malumori a Ottawa. “Ho chiesto al presidente americano di smettere di chiamare il Canada il 51° stato”, ha rivelato Carney ai giornalisti. “È il presidente ed è una persona a sé stante”, ha sottolineato, ricordando la differenza tra un desiderio e la realtà. “Sono stato molto chiaro pubblicamente e costantemente, e lo sono stato di nuovo nello Studio Ovale. Il presidente capisce che stiamo conducendo un negoziato tra nazioni sovrane e che perseguiremo e accetteremo solo un accordo che sia nel migliore interesse del Canada”. Le parole di Carney evidenziano la determinazione del Canada a difendere la propria autonomia e a negoziare da pari a pari con gli Stati Uniti, in un contesto di crescente tensione commerciale.