
Un confronto “articolato e permanente” per affrontare e gestire le grandi emergenze economiche e sociali del Paese per effetto di una guerra dai risvolti pesanti. E’ il premier Mario Draghi ad aver aperto ad una delle richieste più pressanti rivolte al governo da Cgil, Cisl e Uil. La proposta, formalizzata sul tavolo diPalazzo Chigi. “Il Def è un documento di scenario, le politiche devono tenere conto della congiuntura ma le scelte non si fanno solo su quel tavolo”, ha rassicurato il premier. E anche sul fronte della riforma delle pensioni la risposta ai sindacati sarebbe stata tranquillizzante: “il tema previdenziale è un tema di prospettiva non immediato. Tuttavia nel Def ribadiamo i nostri impegni ad affrontare la questione all’interno del perimetro contributivo”.
Anche il ministro del lavoro, Andrea Orlando, risponde ai sindacati: “Il Def non è un fatto compiuto, nulla è pregiudicato, il dialogo sociale proseguirà sui tutti i temi già aperti, pensioni, precarietà, salari, misure sociale” ma la guerra ha cambiato “la gerarchia delle priorità”. I sindacati restano in attesa. “C’è poco da scambiare ormai, i lavoratori devono prendere no dare “, dicono Cgil e Uil. Per tutti sono totalmente “insufficienti” quei 5 mld postati nel Def per far fronte all’emergenza e per tutti è “necessario” il ricorso ad un nuovo scostamento di bilancio per incrementare le risorse in campo. Il segretario generale Cgil, Maurizio Landini, rinnova al governo le richieste: moratoria sui mutui, blocco degli sfratti, aumento del fondo sull’affitto, aumento del bonus bollette e lotta alla precarietà sul lavoro”.
E ancora: ”intervento sui patrimoni più alti con un prelievo di solidarietà per chi ha un Isee sopra il milione di euro; cabina di regia sull’energia”. e no netto all’aumento delle spese militari: “questo non è il momento di aumentare le spese di armi ma solo quello di aumentare le spese per la tutela sociale e il rilancio degli investimenti”, ha concluso Landini. Stesso giudizio arriva in sostanza dalla Uil.