
Il presidente del Consiglio Mario Draghi torna a parlare. Insieme al ministro dell’Economia Daniele Franco, ha presentato oggi in Consiglio dei ministri la relazione da inviare al Parlamento, per chiedere “l’autorizzazione al ricorso all’indebitamento per un importo complessivamente pari a 14,3 miliardi di euro nel 2022” pur “confermando i saldi programmatici indicati nel Documento di economia e finanza 2022 e il livello del debito pubblico”. Il decreto deve essere approvato “senza indugio” per contrastare la crescita dell’inflazione in vista di una stagione autunnale che “si attende molto complessa”, come ha rilevato il premier incontrando le associazioni datoriali del comparto agricolo e dell’artigianato prima della seduta. “Le attività del Governo non si fermano – ha assicurato -, l’esecutivo ha ancora tanto da fare sempre nel perimetro delle funzioni che gli competono in questa fase”.
Le maggiori risorse derivano dall’andamento positivo dei conti pubblici: nel primo semestre del 2022 c’è stato un sostanziale miglioramento del Quadro tendenziale di finanza pubblica. La previsione dell’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche per il 2022 risulterebbe essere inferiore di 0,8 punti percentuali di Pil rispetto alla stima dell’indebitamento netto programmatico formulata in occasione del Documento di Economia e Finanza (-5,6%). In valore assoluto l’indebitamento risulterebbe inferiore di circa 14,3 miliardi di euro, interamente dovuto alle maggiori entrate, dovute soprattutto alla componente tributaria, che fa segnare uno scostamento positivo valutato in circa 11,1 miliardi a cui si aggiunge la componente extra-tributaria per la quale si stima una variazione positiva di circa 3,2 miliardi. Le maggiori entrate tributarie derivano, in particolare, dal risultato dei versamenti in autoliquidazione e dalla sostenuta dinamica dell’Iva, principalmente ascrivibile all’incremento dei prezzi dell’energia importata e alla conseguente impennata dell’inflazione. Il nuovo decreto prevederà prima di tutto l’abbattimento degli oneri di sistema sull’elettricità e sul gas. Possibile anche la conferma del bonus da 200 euro per chi ha redditi inferiori ai 35 mila euro. La Lega chiede il taglio dell’Iva su pane, latte, pasta, riso, frutta e verdura (costo: circa un miliardo per un trimestre) ma la proposta solleva dubbi e potrebbe non entrare nel provvedimento. Il “cantiere” del decreto è comunque ancora tutto aperto. Domani mattina, alle 10, il premier tornerà a vedere i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil mentre nel pomeriggio, alle 15.30, saranno a Palazzo Chigi i rappresentanti di Confcommercio, Confesercenti, Federdistribuzione, Alleanza cooperative, Federterziario, Confservizi, Confetra. “Intendiamo coinvolgere tutti in questa fase di emergenza – ha assicurato Draghi – per fronteggiare la flessione dell’economia e una stagione autunnale che si attende molto complessa”.