“E POI VENNERO GLI AMERICANI”. PRESENTATO A ROMA IL NUOVO LIBRO DI CLAUDIO PAVONI

Come ha vissuto la gente comune i passaggi epocali dal fascismo, al conflitto mondiale, alla liberazione dall’occupazione nazista? E il dopoguerra, dove la ritrovata libertà si è trovata di fronte miseria e un’Italia da ricostruire e da reinventare?

          E’ lo sfondo del libro “E poi vennero gli americani” di Claudio Pavoni, giornalista di lungo corso, già inviato speciale de “Il Messaggero” e vice direttore de”La7”.

          Pavoni, nel suo libro edito da “Palombi editore”, presentato ad un folto pubblico accorso alla attivissima libreria “Eli” di Viale Somalia, racconta vicende individuali e storia collettiva. Nella corposa opera si intreccia infatti il destino delle famiglie (con i loro amori, gli inganni, le tribolazioni) con quello della “guerra del dopoguerra”: cioè il conflitto sociale, economico e politico tra il vittorioso liberismo importato dagli americani (ma coniugato dalla Democrazia Cristiana) e la dura opposizione di un Partito Comunista che guardava all’Unione Sovietica.

          “E poi vennero gli americani” ci rimanda al neorealismo cinematografico e al recente successo del film della Cortellesi. Era quindi inevitabile che il pubblico della libreria “Eli” si appassionasse al dibattito che è seguito dopo la presentazione dei relatori: il giornalista di “Repubblica”, Marco Panara, l’ex sottosegretario all’economia Gianfranco Polillo, il Segretario dell’Associazione Stampa Romana”, Stefano Ferrante.

          “Era giusto e doveroso- ha concluso Pavoni- che dopo una guerra civile gli Italiani si mettessero dietro le spalle un passato troppo pesante per essere sviscerato quando era ancora caldo. E il primo a capirlo fu Palmiro Togliatti, che da ministro della Giustizia firmò l’amnistia. Meno comprensibile invece che in un tempo ormai pacato, non si siano fatti i conti, e le dovute autocritiche, nei confronti di ciò che aveva provocato tanti stravolgimenti e dolori, sia prima che dopo la guerra. Forse la “distrazione” fu dovuta all’attesa di un miracolo economico che poi, bisogna riconoscerlo, è effettivamente avvenuto”.

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