
AFFLUENZA GIU’. IN EUROPA I SOVRANISTI NON SFONDANO
Alle elezioni europee il Carroccio è il primo partito col 34,34%. Crolla il M5s, al 17,05%. Pd secondo col 22,71%. “Adesso si cambia in Ue”, afferma Salvini. “Siamo stati penalizzati dall’ astensione”, ha commenta Luigi Di Maio. La Lega sfonda nell’ Umbria ‘rossa’, e passa dal 2,5% al 38%. Cala l’affluenza, al 56,1%. In aumento invece in Europa, oltre il 50%. I populisti avanzano ma non sfondano. In Germania regge la Merkel, seguita dai Verdi. In Francia la Le Pen si afferma, ma avra’ gli stessi seggi di Macron, i gilet gialli invece prendono pochissimo. Nel Regno Unito vola il Brexit party di Farage, primo partito Ue insieme alla Cdu tedesca. Regionali in Piemonte: vince il centrodestra di Cirio.
“Usiamo questi consensi non per regolamenti di conti interni: il mio avversario e’ la sinistra. Si torna a lavorare serenamente” con il Movimento 5 Stelle”. Lo ha dichiarato Matteo Salvini nella notte dopo la vittoria alle elezioni europee. “Ogni singolo voto che gli italiani ci hanno dato non verra’ da me usato per chiedere mezza poltrona in piu’ in Italia. Le regole europee vanno cambiate, i vincoli europei vanno cambiati”, ha aggiunto. Quanto alle politiche interne, “chiedo un’accelerazione sul programma di governo”, ha detto. Per il leader M5S Luigi Di Maio, il Movimento “e’ stato penalizzato dall’astensione, soprattutto al Sud” ma resta “ago della bilancia del Governo”.
M5s manda a Strasburgo meno eurodeputati di 5 anni fa, quando ottenne il 21% dei voti. Fermi al 16,8%, i 5 Stelle dimezzano i consensi mentre Matteo Salvini vola oltre la fatidica ‘quota 30′ e con il 34% esce dalle urne come primo partito in Italia. E al Pd che cresce, passando dal 18,7% al 22,9%, riesce anche il sorpasso su M5s. Per la prima volta la maggioranza degli eurodeputati italiani sara’ al di fuori del perimetro Ppe-Pse-Liberali-Verdi, ma complessivamente, nonostante l’ampio contributo italiano, i deputati nazionalisti e antieuropeisti saranno meno di 200 su 751. Salvini torna a denunciare gli “attacchi quotidiani e vergognosi” subiti negli “ultimi mesi di battaglia ad armi impari, contro tutto e contro tutti”. Pero’ il vicepresidente del Consiglio leghista garantisce di non essere minimamente intenzionato procedere a “regolamenti di conti” e di non volere usare il voto europeo “per chiedere anche solo mezza poltrona in piu'”. “Il mio obiettivo e’ di continuare a dare un buon governo agli italiani, anche perche’ penso e spero che la somma dei due partiti superi il 50%”, assicura. Luigi Di Maio per il momento osserva che “siamo stati penalizzati dall’astensione, soprattutto al Sud” e a rivendica che “restiamo comunque l’ago della bilancia in questo governo e da qui in avanti piu’ attenzione ai territori”. Nicola Zingaretti marca il risultato generale: “L’aggressione sovranista alle istituzioni europee e’ fallita”, segnala il segretario Pd”. “Noi ora, con coerenza, useremo la forza che ci viene da questo risultato per andare avanti sui contenuti e costruire un piano per l’italia fondato su crescita, lavoro, sviluppo e eguaglianza sociale”, dice ancora il leader dem che traccia cosi’ la rotta: “Dobbiamo costruire una alternativa a Matteo Salvini”.
Le Europee 2019, con un’affluenza ferma al 56,1% – cioe’ in calo di due punti e mezzo rispetto al 2014 – consegnano allora il ‘passi’ per Strasburgo anche a FI che conosce pero’ il risultato sotto la doppia cifra, mancando un altra soglia psicologica: niente ‘quota 10’ e ‘azzurri’ fermi all’8,7%. Balzo in vanti invece di FdI 6,4%. E da FI arriva la sottolineatura di “un dato incontrovertibile”, quello di un ruolo “centrale e determinante per la costituzione di di una maggioranza di centrodestra alternativa al governo giallo-verde”. A Berlusconi il suo partito riconosce “l’ennesimo miracolo”. Il 4 marzo 2018, alle Politiche, il Movimento 5 stelle ottenne il 32,7% dei voti e la Lega il 17,3%. Il raffronto tra ieri e oggi rende plastico il capovolgimento di fronte nella maggioranza. Ancora piu’ siginificativo considerare che 5 anni fa, alle ultime Europee, la Lega si fermo’ al 6%. Le prime conseguenze di questi cambiamenti si vedranno al momento degli accordi per le nomine alla Commissione Ue e alla Bce. Nella legislatura che si conclude quest’anno l’Italia ha avuto la Presidenza della Bce (Draghi), dell’Europarlamento (Tajani) e l’Alto rappresentante per la politica estera (Mogherini).
Per Conte, Salvini e Di Maio si apre ora la delicata fase delle trattative con famiglie politiche avversarie. L’Italia non avra’ eurodeputati nel gruppo liberale dell’Alde ne’ nel gruppo Verde. La lista +Europa non supera lo sbarramento del 4% e si ferma al 3,1%. La lista ‘Europa verde’ ottiene solo il 2,3%. Rispetto a 5 anni fa, scompaiono dall’Europarlamento La Sinistra italiana (che si ferma all’1,7%) e l’Udc. Entra, invece, proprio il partito di Giorgia Meloni, che cinque anni fa si fermo’ al 3,7%. Tornando ai raffronti con le ultime Politiche, la maggioranza Lega-M5s ottiene all’incirca la stessa percentuale di voti, ma a parti invertite. FI crolla dal 14 all’8,7%. Fdi cresce dal 4,3 al 6,4%. Calati sul territorio, i risultati vedono la Lega primo partito in tutto il Nord e Centro, compresi Emilia Romagna, Lazio, Umbria, Marche, Abruzzo e Sardegna e tocca l’apice in Veneto, sfiorando il 50% dei voti. Il Pd mantiene la leadership in Toscana. Il Movimento 5 stelle prevale nelle restanti regioni meridionali, con punte superiori al 30% in Campania e Sicilia.
Il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, nonche’ vicepremier e capo politico del M5S, Luigi Di Maio, non si aspettava un passo indietro cosi’ forte. “La bassa affluenza – dice in una intervista al “Corriere della Sera” – ci ha penalizzato, e’ vero, ma lo sapevamo. Quindi nulla di nuovo, ora testa bassa e lavorare”. Certo non e’ soddisfatto. “No, prendo atto che la nostra gente si e’ astenuta e attende risposte e noi queste risposte gliele vogliamo dare”. Secondo le prime proiezioni il Movimento e’ dietro al Pd. Politicamente e’ un doppio passo indietro. “Non e’ la prima volta che attraversiamo un momento di difficolta’, sapremo uscirne come sempre. Ad ogni modo restiamo l’ago della bilancia in questo governo”. Ma non lo preoccupa essere il terzo partito. “Gia’ l’ho detto: non stiamo facendo i 100 metri, ma una maratona e siamo in corsa. Dopo di che non nego che e’ opportuno tornare ad ascoltare chi stavolta ha deciso di restare a casa”. Il calo e’ di oltre dieci punti. “Forse al principio siamo stati troppo silenziosi, troppo puri, se questa e’ una colpa me la prendo. Ma sappiamo di aver fatto tanto, faremo ancora tanto e siamo sicuri che i cittadini lo capiranno”. Una campagna elettorale fatta di continui scontri non ha giovato. “Non ci sono stati scontri, ma un clima che ha cominciato ad infuocarsi dalla revoca di Armando Siri, indagato per corruzione. E non mi pento di aver chiesto le sue dimissioni. Su certi temi non faremo mai passi indietro. Ad ogni modo ora cominciamo subito a lavorare”.
“Grazie agli italiani che sono tornati, che hanno guardato alla lista unitaria come una possibilita’ per voltare pagina e aprire una fase nuova”. Lo ha detto il segretario Pd Nicola Zingaretti in una dichiarazione al Nazareno. “Useremo la forza che ci viene dal risultato del voto per andare avanti innanzitutto sui contenuti e costruire un Piano per l’Italia imperniato su crescita, sviluppo, lavoro e giustizia sociale – ha dichiarato -. Un nuovo programma per salvare il nostro Paese”. Secondo Zingaretti “il bipolarismo e’ tornato a essere centrato sulla forza elettorale e sulla presenza del partito democratico”.
Gli italiani hanno parlato chiaro, ancora una volta: quello che vogliono e’ un governo di centrodestra. Variegato, differenziato, con tre forze politiche che siano la vera alternativa a questo esecutivo che li ha delusi”. Antonio Tajani, vicepresidente di FI e presidente del Parlamento europeo, non ha dubbi in una intervista al “Corriere della Sera”. Dai primi risultati emerge “un quadro chiaro. La Lega cresce molto ma non sfonda da sola, mentre il M5S cala vistosamente, e’ una vera batosta. Significa che questo governo e’ stato bocciato dagli elettori”. Non si puo’ dire pero’ che FI esca trionfante dal voto. “Non e’ un trionfo, ma e’ una tenuta. Ci davano al 6-7 per cento, in caduta libera. E invece siamo ancora qui, vivi, e soprattutto essenziali in qualsiasi alleanza di centrodestra. Senza di noi non si vince, non esiste uno schema vincente senza i nostri voti. Con noi, si otterrebbe oggi una vittoria chiarissima in entrambe le Camere, contro uno schieramento che verosimilmente sarebbe quello formato dall’alleanza tra Pd e M5S”. E’ una risposta alla Meloni che parla di un asse con la Lega senza forzisti. “E’ un’analisi della realta’. I numeri dicono che siamo essenziali. Per un governo nazionale e per quelli locali, se e’ vero che secondo gli exit poll siamo in netto vantaggio anche in Piemonte, con il candidato forzista Cirio”. Forse si aspettava un risultato migliore. “Abbiamo gia’ fatto molto, viste le condizioni in cui si e’ tenuta la campagna elettorale: gli attacchi continui, l’assenza per malattia del nostro leader Berlusconi che lo ha tenuto lontano in un momento topico, e anche qualche colpo basso di chi probabilmente sta guardando gia’ fuori, e che non ci manchera’ se decidera’ di andarsene”.