
La tregua tra Israele e Hamas entra nella fase cruciale: il rilascio dei 48 ostaggi detenuti dal gruppo armato palestinese è previsto per lunedì mattina. La conferma arriva da un funzionario di Hamas, Osama Hamdan, che all’Afp ha dichiarato che lo scambio avverrà come concordato. Parallelamente, le autorità israeliane hanno avviato il trasferimento dei detenuti palestinesi con lunghe condanne che rientrano nell’accordo di scambio.
L’intesa, che segna la fine di due anni di conflitto, coincide con l’arrivo in Israele del presidente americano Donald Trump in mattinata, dove incontrerà le famiglie degli ostaggi a Tel Aviv.
L’accordo sarà ufficialmente sancito in Egitto. Domani pomeriggio, a Sharm el-Sheikh, si terrà un vertice internazionale intitolato “Summit per la pace”, copresieduto dal presidente egiziano Abdel Fattah Al-Sisi e da Donald Trump. Il vertice vedrà la partecipazione di oltre 20 paesi, tra cui un’ampia delegazione europea, mediorientale e asiatica, oltre al Segretario generale dell’ONU, António Guterres. L’Italia sarà rappresentata dal Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
L’obiettivo principale del summit è blindare l’accordo di pace e inaugurare una nuova fase di sicurezza e stabilità nella regione, come sottolineato da una nota della presidenza egiziana. È attesa una cerimonia, sebbene sia previsto anche un momento di confronto sui nodi cruciali per le fasi successive, tra cui il disarmo di Hamas. È confermata l’assenza al vertice sia del premier israeliano Benjamin Netanyahu che dei rappresentanti di Hamas.
L’ONU ha ricevuto da Israele l’autorizzazione a riprendere l’invio di aiuti. I primi camion sono entrati oggi nella Striscia di Gaza, portando il necessario supporto alla popolazione duramente colpita dal conflitto.
La sfida della ricostruzione è imponente: sono circa 41.000 le unità abitative distrutte nella sola Gaza City, per una stima di oltre 8 milioni di metri cubi di macerie. I primi bulldozer hanno già iniziato le operazioni di rimozione. Circa 500.000 sfollati stanno intanto tornando nell’enclave, come mostrato dalle immagini diffuse da Al Jazeera.
Circa 200 militari statunitensi sono arrivati in Israele per monitorare la tregua, sebbene non sia previsto un loro schieramento diretto nella Striscia di Gaza.
Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha intanto ribadito l’obiettivo post-tregua di distruggere “tutti i tunnel terroristici di Hamas a Gaza”, sia attraverso un’azione diretta delle Idf sia tramite un “meccanismo internazionale sotto la guida e la supervisione degli Stati Uniti”.
L’Italia si prepara a giocare un ruolo attivo nella ricostruzione e nel mantenimento della sicurezza. Il Governo ha dato ampia disponibilità a un coinvolgimento in “prima linea”, prospettando investimenti per 50 milioni di euro subito e la partecipazione nella sanità e nelle opere infrastrutturali. Si valuta l’invio di esperti dell’Arma dei Carabinieri per l’addestramento delle forze di polizia palestinesi a Gerico e il supporto del Genio militare per la bonifica di mine e ordigni bellici.