
Sì al dialogo con le toghe, la nostra non è una riforma contro di loro. Giorgia Meloni presiede il vertice di maggioranza a Palazzo Chigi per fare il punto sulla giustizia, nel giorno della protesta di giudici e Pm contro la separazione delle carriere voluta dall’esecutivo. La posizione è quella di avviare un dialogo positivo con la magistratura dopo le tensioni delle ultime settimane. A Palazzo Chigi Meloni ne discute con i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi, il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il sottosegretario Alfredo Mantovano in vista degli incontri con l’Unione delle Camere Penali e con la stessa Anm del prossimo 5 marzo.
Parla di dialogo il vicepremier e leader di Forza Italia, Antonio Tajani: “L’unica cosa certa è che noi non vogliamo, assolutamente, travalicare i confini del potere esecutivo, da parte nostra non ci sarà nessun tentativo mai di mettere sotto l’ala del governo i magistrati “, dice il ministro degli Esteri. “Non c’è nessuna scelta che andrà in questa direzione – assicura Tajani – non l’abbiamo mai pensato, non lo facciamo e non lo faremo, su questo bisogna essere chiarissimi, noi siamo per il rispetto della ripartizione dei poteri, siamo perché ognuno rimane nel proprio alveo e siccome lo chiediamo agli altri, lo facciamo anche noi, perché altrimenti sarebbe ridicolo chiedere agli altri di rispettare la ripartizione dei poteri e di rimanere nel proprio alveo”. “Abbiamo deciso di confrontarci con i magistrati e con gli avvocati – sottolinea – ascoltare, vedremo che cosa chiedono, è difficile poter decidere prima di ascoltare le richieste, noi siamo pronti al dialogo, al confronto, vedremo quali saranno le idee, le richieste, le proposte”.
“La sollevazione di arroccamento corporativo organizzata dall’Anm contro il disegno di riforma costituzionale della separazione delle carriere appare viziata nel merito, inaccettabile nel metodo, ed eversiva nei fini”, attacca il senatore di Fratelli d’Italia Sergio Rastrelli, segretario della Commissione Giustizia di Palazzo Madama. Duro anche il capogruppo azzurro al Senato Maurizio Gasparri: “Non saranno il flash mob, il ricorso a comici come Cetto La Qualunque nel corso delle manifestazioni dei magistrati e non saranno le intimidazioni togate che ci indurranno a rinunciare alla riforma della giustizia”. Per il deputato di Fi Enrico Costa, invece, “Pm e giudici che manifestano a braccetto sono il miglior spot per la separazione delle carriere”.