Chiusa la raccolta firme parlamentare, l’ANM invita i cittadini a informarsi. Maggioranza deposita le firme per il Referendum
Si è conclusa a tempo di record la raccolta delle firme parlamentari necessarie per richiedere il Referendum confermativo sulla riforma costituzionale che introduce la separazione delle carriere dei magistrati (giudicanti e requirenti).
Il portavoce di Forza Italia, Raffaele Nevi, ha annunciato che sono state raggiunte 85 sottoscrizioni tra i deputati del centrodestra, superando ampiamente la soglia minima di 80 richieste per la Camera, e che i documenti sono già stati depositati presso la Corte di Cassazione. Analogo procedimento è in corso al Senato, dove si punta a raggiungere il minimo di 41 firme (un quinto degli eletti) con l’avvio della raccolta anche tra le forze di opposizione, per portare gli elettori alle urne.
In vista del voto, la maggioranza sta preparando due testi distinti per il quesito referendario da presentare in Cassazione. Fonti di Fratelli d’Italia fanno sapere che alla Camera è stato depositato un quesito “più formale”, che riprende il titolo della legge (“Norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare”).
Contemporaneamente, si sta lavorando a un quesito del Senato, che sarà “più chiaro” e comprensibile per gli elettori. “Non sarà diverso nella sostanza, ma comunicativamente più chiaro perché ogni tanto ci dicono che non si capisce niente del referendum”, spiegano le fonti, precisando che la scelta di un doppio quesito mira a superare eventuali problemi di ammissibilità, garantendo l’approvazione di almeno uno.
Sulla riforma interviene l’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) con un invito alla prudenza. L’associazione chiarisce: “Ai cittadini non diciamo di votare no, diciamo di informarsi”.
Nel frattempo, si mobilita anche l’avvocatura. L’Unione delle Camere Penali ha costituito un nuovo comitato denominato “Camere penali per il sì” che sarà presentato alla stampa. Il comitato, presieduto da Francesco Petrelli, illustrerà le ragioni a sostegno di una riforma considerata “battaglia storica” per una “giustizia più giusta nell’interesse dei cittadini”. Tra gli attesi all’incontro anche Francesca Scopelliti, della Fondazione per la giustizia intitolata a Enzo Tortora, e Rita Bernardini dell’associazione ‘Nessuno tocchi caino’.