IL MODELLO ALBANIA BOCCIATO DAI GIUDICI. MELONI, “SUPEREREMO L’OSTACOLO”

Per i giudici i migranti entrati nei centri di permanenza e rimpatrio in Albania dovranno rientrare in Italia: “Quelle persone scappavano da Paesi non sicuri, bisogna riportarle in Italia. Saranno trasferiti a Bari in un centro per richiedenti asilo. La sezione immigrazione del tribunale di Roma non ha convalidato il loro trattenimento nel Cpr. Immediata la reazione della premier Meloni, che definisce la decisione “pregiudiziale”. E annuncia di volere andare avanti. Per superar eil problema ha convocato per lunedì prossimo un consiglio dei ministri. Mentre la maggioranza attraverso il ministro dell’Interno Piantedosi annuncia ricorsi fino alla Cassazione.

“Il diniego della convalida dei trattenimenti nelle strutture ed aree albanesi, equiparate alle zone di frontiera o di transito italiane, è dovuto all’ impossibilità di riconoscere come ‘Paesi sicuri’ gli Stati di provenienza delle persone trattenute, con la conseguenza dell’inapplicabilità della procedura di frontiera e, come previsto dal protocollo, del trasferimento al di fuori del territorio albanese delle persone migranti, che hanno quindi diritto ad essere condotte in Italia”, si legge nelle dodici ordinanze fotocopia dei magistrati. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi promette “una battaglia”,da fare “all’interno dei meccanismi giudiziari”. “Ciò che l’Italia sta realizzando verrà assimilato nel diritto europeo”, sostiene Piantedosi. Interviene anche il vice premier Antonio Tajani: “Il potere giudiziario deve applicare le leggi, non modificarle o impedire all’esecutivo di poter fare il proprio lavoro”, commenta.

L’opposizione attacca. Per la segretariia del Pd Elly Schlein si tratta di “un danno erariale”, e punta il dito contro “l’accordo fuorilegge fatto con l’Albania, un’intesa” che viola il diritto internazionale. L’intero meccanismo – dice – non sta in piedi. Si tratta di 800 milioni buttati che potevano essere usati per la sanità”. Gli eurodeputati Pd, M5s e Avs hanno presentato un’interrogazione scritta, promossa dalla parlamentare europea Cecilia Strada, per chiedere se sarà avviata una procedura di infrazione,

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