
La produzione industriale italiana registra un calo dello 0,9% a febbraio 2025 rispetto al mese precedente, secondo i dati diffusi oggi dall’ISTAT. La flessione, che si attesta al 2,7% su base tendenziale, evidenzia una contrazione generalizzata del settore, con l’unica eccezione del comparto energetico.
L’indice destagionalizzato della produzione industriale, che misura la variazione congiunturale, evidenzia un calo generalizzato in tutti i principali raggruppamenti di industrie. In particolare, si registrano flessioni significative nei beni strumentali (-3,3%), nei beni intermedi (-2,0%) e nei beni di consumo (-1,9%).
Su base tendenziale, ovvero confrontando i dati di febbraio 2025 con quelli dello stesso mese dell’anno precedente, la produzione industriale registra una diminuzione del 2,7%. Anche in questo caso, l’unico settore in controtendenza è quello energetico, che segna una crescita del 7,6%.
Settori in difficoltà
Tra i settori che registrano le flessioni più marcate si segnalano la fabbricazione di mezzi di trasporto (-14,1%), le industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-12,9%) e la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-12,0%).
Unica eccezione: il settore energetico
L’unico comparto che mostra segnali positivi è quello della fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria, che registra un incremento tendenziale del 19,4%. Crescite più contenute si osservano anche nelle industrie del legno, della carta e stampa (+3,4%) e nelle industrie alimentari, bevande e tabacco (+1,6%).
“A febbraio, la produzione industriale destagionalizzata diminuisce rispetto a gennaio”, sottolinea l’ISTAT. “Il calo è diffuso ai principali raggruppamenti di industrie, con esclusione dell’energia. Risulta negativo anche l’andamento congiunturale complessivo nella media degli ultimi tre mesi. In termini tendenziali, al netto degli effetti di calendario, l’indice complessivo prosegue la lunga fase di flessione. La dinamica tendenziale è negativa per tutti i principali raggruppamenti di industrie, con l’eccezione dell’energia”.
I dati odierni dell’ISTAT confermano la fase di difficoltà che sta attraversando il settore industriale italiano. La contrazione della produzione, che si protrae ormai da diversi mesi, potrebbe avere ripercussioni negative sull’intera economia nazionale, con possibili conseguenze sull’occupazione e sulla crescita del PIL.
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