
Fernando Miglietta scrive a Papa Francesco dedicandogli l’Opera “La porta delle lontananze e la chiave dell’infinito”, dopo che Papa Francesco ha chiesto al Signore di fermare l’epidemia con la sua Mano
La porta delle lontananze e la chiave dell’infinito: un’opera di rara bellezza dedicata a Papa Francesco e accompagnata da una lettera aperta dopo che il Santo Padre ha chiesto al Signore di fermare la pandemia con la sua Mano. E’ l’iniziativa di Fernando Miglietta, architetto, artista, critico, uno dei protagonisti della cultura e della ricerca artistica e architettonica italiana.
La solitudine di Francesco, che ha celebrato le funzioni in una piazza San Pietro deserta, ha colpito l’artista, che ha rivolto una lettera aperta al Pontefice.
”In questi difficili mesi segnati da una terribile pandemia – scrive Fernando Miglietta – ciò che mi ha colpito e turbato profondamente è stata la Sua invocazione al Signore di fermare l’epidemia con la sua mano. Ho chiesto al Signore di fermare l’epidemia: Signore, fermala con la tua mano. Ho pregato per questo, e’ quanto Lei ha detto in un’intervista a Paolo Rodari, per la Repubblica.
Un’ invocazione profonda di grande significato simbolico – continua Miglietta – non disgiunta dall’immagine del suo volto intriso da un profondo segno di tristezza che ha toccato il mondo. La sua presenza solitaria poi in Piazza San Pietro con la forza della fede contro la debolezza del vuoto, la tempesta dell’invisibile, tutti aspetti di un messaggio così carico di profonda inquietudine che mi hanno fortemente impressionato. Irripetibile, credo, per la sua sconvolgente forza comunicativa, di grande spiritualità, dialogo e speranza”.
“ Questa Sua preghiera, che richiamava la Mano del Signore, scrive Miglietta a Papa Francesco – mi ha riportato in maniera naturale ad una delle mie opere della serie Dialogo con l’infinito, un ciclo che continuo a realizzare sin dagli anni settanta, in un percorso dedicato alla spiritualità dell’infinito, alla sua percezione tangibile, tema dominante della mia ricerca artistica per altri versi sperimentata e realizzata nella mia Architettura del dialogo, anche in opere e progetti di luoghi sacri, come il recente “Cimitero internazionale dei migranti”.
“Ecco perché mentre la mia pagina Facebook – evidenzia Miglietta – mi chiedeva a cosa stessi pensando, ho scritto il mio pensiero rivolto a Lei: Forse non ci siamo accorti quanto Papa Francesco sia triste in questi giorni… e trascrivendo la sua implorazione al Signore, di fermare l’epidemia con la sua Mano, le ho dedicato appunto una mia opera: “La porta delle lontananze e la chiave dell’infinito”, opera che avrei pensato di donarle.
L’opera, realizzata e già esposta nella XI Quadriennale d’Arte di Roma del 1986, è un trittico dedicato al cielo, di forte impatto emozionale che ambienta i suoi segni e sogni in uno spazio celestiale permeato dal silenzio e da una spiritualità senza tempo in cui, in una sorta di provocazione psicologica dell’immagine, irrompono con una forte carica simbolica “ una mano e una chiave” che tentano di aprire il cielo.
L’opera rappresenta appunto la Mano del Signore che dall’alto apre con la chiave la porta delle lontananze, simboleggiata in questo caso dal cielo che sta in basso, come a significare che il Signore sta sopra il cielo che, in questo caso, “ha portato l’uomo sulla terra”, come ebbe modo di affermare il critico francese Pierre Restany, dialogando insieme su quest’opera, nel film di Marc Israël-Le Pelletier “.
“ Caro Papa Francesco, – continua ancora la lettera aperta di Miglietta – Lei sa benissimo, come la Modernità prima, con i suoi sconvolgimenti e lacerazioni, e la contemporaneità oggi, tra relativismi e fondamentalismi, segnino un Vuoto profondo di relazioni spirituali con il mondo. Un vuoto, che tocca però oggi a noi tutti colmare e farsi promotori di un ripensamento con il Divino”.
“ Ecco perché nella mia arte, nei miei progetti e nel mio impegno teorico, ho sempre inseguito la ricerca di “valori spirituali” dinanzi al predominio di un mondo costruito su costanti solo materiali. La ricerca di un progetto appunto come Valore identitario ben lontano da un progetto basato sul consumo. Tutto il mio lavoro illustra in modo evidente e sentimentale il mio attaccamento a una cultura umanista. Credo infatti nella parola come al gesto e alla meditazione come alla realizzazione “.
“Contro i rischi di una deriva spirituale, senza precedenti nella storia dell’umanità, conclude Miglietta – per questi motivi ho rilanciato in questi anni la sfida di una ricerca e di una difesa della bellezza plurale che è bellezza divina costruita dall’uomo in tanti secoli di storia e di cultura, la sola in grado di rilanciare l’amore per una nuova spiritualità”.
Spero di incontrarla presto e avere l’opportunità di continuare a riflettere insieme a Lei su il mio Dialogo con l’Infinito”.

Fernando Miglietta. Architetto, artista, critico e teorico.
E’ Direttore dell’ Istituto Internazionale di ricerca e della rivista Abitacolo Forme e Linguaggi del contemporaneo.
Promotore del dialogo tra architetti e artisti e sostenitore della architettura come disciplina del dialogo e del coordinamento tra diversi saperi specialistici, aperto ai codici più diversi, pratica la sua idea di arte e architettura plurale come forte strumento educativo per una società libera nella ricerca di un nuovo spazio dell’esistenza.
“Personaggio-cerniera nelle ipotesi di nuovi scenari del mondo” – lo ha definito Alessandro Mendini – per la sua visione umanistica mista a sensibilità figurativa”; una “visione creativa e innovativa, un nuovo modo di agire umano nel mondo di oggi, – ha scritto il filosofo Raul Fornet-Betancourt.- di comprendere gli elementi della realtà e dare forma ad un mondo plurale”.
Intellettuale di punta sin dagli anni ottanta, ha realizzato con il suo Laboratorio Città delle Arti numerose opere e progetti di architettura, design e urbanistica con il coinvolgimento di artisti di rilievo internazionale.
Già docente di Teorie della progettazione urbana, e di Estetica della città, quale studioso di chiara fama, alla Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria, ha pubblicato, tra gli altri, per Laterza, Progettare l’immaginario, per Abitacolo, Estetica e Libertà e per Rubbettino L’Unità e le Differenze, Architettura plurale, La sfida progettuale, Il pensiero e le forme, La forma plurale.