
La Sumud Flotilla ha ripreso il largo da Creta e, nonostante alcune defezioni, continua la sua rotta verso la Striscia di Gaza. Le imbarcazioni, ora meno di cinquantuno, proseguono la missione umanitaria mentre si intensificano i contatti diplomatici per evitare un potenziale scontro in mare con le autorità israeliane.
La portavoce della delegazione italiana, Maria Elena Delia, ha avuto un colloquio telefonico con il ministro degli Esteri Antonio Tajani, mantenendo aperto uno spiraglio per la mediazione. La delegazione, incoraggiata anche dagli appelli del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, si dice disposta a cercare una soluzione che coniughi la “gravissima emergenza umanitaria” con il “ripristino della legalità internazionale”.
L’opzione principale sul tavolo, sostenuta dal governo italiano, resta l’intervento del Patriarcato latino di Gerusalemme. La proposta prevede che la flottiglia attracchi a Cipro, da dove il patriarca Pierbattista Pizzaballa si farebbe garante del trasferimento degli aiuti a Gaza attraverso il porto israeliano di Ashdod.
Tuttavia, gli attivisti sembrano scettici su questa soluzione. Un’alternativa che troverebbe maggiore consenso sarebbe l’arrivo in Egitto, vicino al valico di Rafah, per scaricare gli aiuti a terra e farli trasportare con camion a Gaza. Gli equipaggi ritengono che questa opzione potrebbe portare a un’apertura temporanea di un corridoio umanitario.
Il ministro Tajani, pur tenendo la mano tesa, ha ribadito i rischi dell’operazione. “Abbiamo detto quali sono i pericoli”, ha dichiarato, sottolineando che l’Italia farà il possibile per i suoi cittadini, ma non potrà fornire una scorta militare. L’episodio recente di droni che hanno attaccato la flotta in acque internazionali ha spinto il ministro della Difesa Guido Crosetto a inviare una nave della Marina Militare italiana per monitorare la situazione a distanza e intervenire in caso di soccorso.
Nel frattempo, Frontex ha già fatto sapere che non fornirà scorta o protezione agli attivisti, spiegando di essere un’agenzia civile e non militare. “Non abbiamo la capacità di fornire protezione o scorta”, ha chiarito l’agenzia in risposta alle richieste di alcuni parlamentari europei.
La flottiglia, nonostante i “sabotaggi”, come li definiscono gli attivisti, ha ripreso il suo percorso, virando a sud per evitare una tempesta a est di Creta. A bordo restano circa quaranta dei cinquanta membri originali della delegazione italiana.