
La commissione bilancio della Camera ha concluso a tarda sera l’esame degli emendamenti alla legge di bilancio 2025 e ha conferito il mandato ai relatori di riferire in Aula. Ma ci sono ancora diversi punti controversi e l’ultimo sì del Senato è atteso dopo Natale. Cambia la flessibilità in uscita: si potrà cumulare previdenza obbligatoria e complementare per raggiungere un assegno pari a tre volte il minimo, riuscendo ad anticipare la pensione a 64 anni. Al Ponte sullo Stretto 1,4 miliardi in più. Dieci milioni nel 2025 per gli psicologi a scuola. Saltano gli aumenti delle tariffe autostradali.
La legge di bilancio 2025, da circa 30 miliardi lordi, e’ composta per due terzi dall’intervento per rendere strutturale, almeno per i prossimi 5 anni, la riduzione del fiscale cuneese per i redditi fino a 40mila euro e il passaggio a tre aliquote Irpef. Un provvedimento, che pesa per 18 miliardi sul testo. Per mantenere l’obiettivo di riportare il rapporto deficit/Pil sotto al 3% gia’ nel 2026 e’ stata impostata una rigida revisione della spesa. Lo scenario macro economico inoltre vede il taglio delle stime sulla crescita del Pil 2024: +0,5% dell’Istat rispetto all’1% segnato dal governo nel Def. Le risorse: dal taglio del cuneo fiscale al sistema sanitario – con un finanziamento aggiuntivo da 1,3 miliardi – alle politiche contro l’inverno demografico. E poi interventi per snellire le tax assistance. Tra le fonti di finanziamento: un anticipo delle Dta, le imposte differite delle banche e le assicurazioni per il 2025 e 2026, per circa 3,5 miliardi.
Sull’equiparazione dell’indennita’ dei ministri, vice e sottosegretari non parlamentari con quella dei colleghi eletti, dopo l’invito del premier Giorgia Meloni e del titolare della Difesa Guido Crosetto a stralciare il provvedimento, la soluzione prevede che ministri e sottosegretari non parlamentari e non residenti a Roma abbiano il diritto al rimborso delle spese di trasferta da e per il domicilio o la residenza per l’espletamento delle proprie funzioni. Per coprire queste spese e’ stata creata una dotazione di 500mila euro annui a partire dal 2025.
Salta la norma sui revisori del Mef nelle aziende e gli enti che percepiscono contributi pubblici oltre i 100mila euro, aumentando pero’ i controlli sui bilanci. Confermato il progressivo ridimensionamento del Superbonus, dal 1 gennaio 2025 passera’ dal 70% al 65% limitato agli interventi con Cilas gia’ presentato al 15 ottobre 2024 e lavori approvati. Prorogato nel 2025 l’Ecobonus: dal 2025 scendera’ al 50% per la prima casa ed al 36% per gli altri immobili posseduti.
Per il 2025 concesso viene un contributo non superiore a 100 euro – con una dotazione complessiva da 50 milioni di euro – per l’acquisto di elettrodomestici di elevata efficienza energetica non inferiore alla nuova classe B, prodotti in Europa, con contestuale smaltimento dell’elettrodomestico sostituito.
Viene istituito un fondo Dote Famiglia, finanziato con 30 milioni di euro nel 2025, da utilizzare per le attivita’ extra scolastiche dei figli a carico, con un’eta’ compresa tra i 6 ei 14 anni, delle famiglie con un reddito con Isee pari o inferiore a 15.000 euro.
I lavoratori che hanno presentato le dimissioni volontarie da un impiego a tempo indeterminato nei 12 mesi precedenti avranno diritto alla Naspi in caso di licenziamento solo se hanno almeno 13 settimane di contribuzione dal nuovo impiego.
Crescono di poco meno di 1,4 miliardi l’anno fino al 2032 i fondi destinati al Ponte sullo Stretto, rispetto agli 11,6 miliardi complessivi della manovra dello scorso anno. La cifra e’ inferiore all’incremento di circa 3 miliardi rispetto allo scorso anno inizialmente richiesto con un emendamento dalla Lega.