
VIMINALE SU RISCHIO ARRIVO DI TERRORISTI. CONTE TEME FOREIGN FIGHTERS. ONU CHIEDE IL CESSATE IL FUOCO
Direttiva del Viminale sul caos in Libia: “Centinaia di terroristi islamici potrebbero arrivare in Italia approfittando del caos libico: non a caso la Francia ha chiesto di prorogare la chiusura delle frontiere con l’Italia per altri sei mesi”. Il premier Conte precisa che la crisi umanitaria può esporre al rischio dell’arrivo di foreign fighters, e il ministro dell’Interno Salvini aggiunge: “Maitig mi ha confermato che almeno 500 terroristi sono nelle carceri libiche e mai vorremmo vederli arrivare via mare”. Una bozza di risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu chiede l’immediata de-escalation,
il cessate il fuoco e l’impegno per la fine delle ostilità. Lì’Oms: finora 174 morti e 756 feriti. Sfollati 7.300 bambini.
Un’altra direttiva anti-Ong (ancora più stringente e cucita addosso alla Mare Jonio di Luca Casarini) e l’avvio del progetto ‘Risparmio senza frontiere’ per il trasferimento di fondi da libretti postali italiani a libretti postali della Tunisia in modo sicuro e trasparente, per rafforzare la cooperazione con Tunisi in chiave di sicurezza, legalità, sviluppo e crescita. Sono le mosse ufficializzate in queste ore dal Viminale e che irrompono nel dibattito internazionale nel bel mezzo della crisi libica, dopo la richiesta di Parigi di prorogare la chiusura delle frontiere e a pochi giorni dal bilaterale Tunisia-Italia programmato a fine mese. Sempre stamattina, si apprende da Fonti del ministero dell’Interno, il ministro Matteo Salvini ha incontrato il vicepremier libico, Ahmed Maitig, il quale ha aggiornato Salvini sulla situazione e sui rischi legati a una guerra civile nel Paese nordafricano. La direttiva del Viminale sollecita un controllo accurato sull’attività delle imbarcazioni private che non possono ignorare le indicazioni e le direttive dei singoli Stati. Ma se questo documento è un aggiornamento di dispositivi già adottati recentemente, è l’accordo con la Tunisia ad aprire ufficialmente una “seconda fase” nell’azione di governo del ministro dell’Interno, Matteo Salvini.
Dopo aver bloccato gli sbarchi, il responsabile del Viminale benedice il nuovo servizio, attivo dal 30 aprile, sviluppato da Poste Italiane e La Poste Tunisienne, presentato oggi al Viminale insieme al Ministro delle telecomunicazioni tunisino Anouar Maarouf, all’ambasciatore tunisino in Italia Moez Sinaoui, all’Amministratore Delegato di Cassa depositi e prestiti (CDP) Fabrizio Palermo, alla Direttrice generale della Caisse des Dépôts et Consignations tunisina (Cdc) Boutheina Ben Yaghlane e al Direttore generale delle Poste tunisine Jawher Ferjaoui. Il progetto prevede l’emissione di libretti di risparmio ad hoc e a condizioni convenienti per favorire il deposito di denaro e il trasferimento dei risparmi nel Paese di origine in modo trasparente e controllato, strappando clienti ai money transfer (troppo spesso opachi) e dando un segnale concreto di aiuto e attenzione a uno dei Paesi più collaborativi nei confronti dell’Italia anche a proposito di immigrazione e rimpatri. Cassa depositi e prestiti è pronta a lanciare iniziative simili anche in altri Paesi africani, per garantire il finanziamento di interventi di pubblica utilità, realizzazione di infrastrutture, sostegno alle imprese e miglioramento delle pubbliche amministrazioni. Un segnale di attenzione, nelle ore in cui l’omologo di Salvini a Tunisi parla della necessità di “un nuovo piano di sicurezza” e che ribadisce il ruolo centrale del Viminale anche sul fronte dei rapporti internazionali.