
La Legge di Bilancio è alle prese con uno stallo sulle misure chiave, a poche ore dal Consiglio dei Ministri (Cdm) che dovrebbe vararla venerdì. Il Documento Programmatico di Bilancio (Dpb) 2026 è stato intanto inviato dal Ministero dell’Economia alla Commissione UE e al Parlamento italiano, ma il nodo irrisolto del contributo delle banche sta generando forti tensioni interne alla maggioranza e ritardi che non escludono un possibile slittamento del Cdm a lunedì, nonostante il rientro a Roma del Ministro Giancarlo Giorgetti (Mef) da Washington.
Il dossier banche resta il più spinoso. Il Governo mira a raccogliere circa 4,5 miliardi complessivi da istituti di credito e assicurazioni. Per evitare l’originaria tassa sugli extraprofitti, l’Esecutivo avrebbe messo sul piatto l’ipotesi di permettere alle banche di ‘liberare’ il capitale messo a riserva (circa 6,5 miliardi). Questa mossa frutterebbe circa 1,2 miliardi di tassazione ordinaria, più altri 1,6-1,7 miliardi derivanti da un’aliquota straordinaria tra il 26% e il 27,5% (per un totale potenziale di circa 2,8-2,9 miliardi dalle banche).
L’ABI (Associazione Bancaria Italiana) ha però alzato un muro, respingendo l’idea di tassazioni straordinarie e aprendo a una discussione sulle DTA (Deferred Tax Assets) spalmate su più anni. Dalle trattative in corso non trapela alcun avanzamento, e la Borsa registra sofferenze nel comparto bancario e assicurativo per il secondo giorno consecutivo.
La pressione politica è alta, con Forza Italia che torna a ribadire la linea del “contributo concordato e non imposto”. “Giorgetti ci ha assicurato che non ci saranno tasse sugli extraprofitti”, ha dichiarato il leader azzurro e Vicepremier Antonio Tajani, che ha anche chiesto il taglio dell’Irpef per tutti i redditi fino a 50mila euro (l’ideale sarebbe 60mila), lasciando intendere che il beneficio sarà “per tutti”, senza sterilizzazioni per i redditi più alti.
Sulla stessa linea di cautela l’avvertimento del segretario della Fabi, Lando Sileoni: “Attenti a usare la parola tassa”, auspicando un accordo.
Nonostante lo stallo, un segnale positivo arriva dagli industriali: Confindustria promuove il ritorno a iper e superammortamento (un investimento da 4 miliardi). “Credo che sia una buona via, che comunque aiuti le nostre imprese”, ha affermato il presidente Emanuele Orsini, mentre il Ministro Tommaso Foti (Pnrr) parla di un “segnale molto chiaro al sistema delle imprese”.
Il Mef è al lavoro con conteggi e simulazioni sul dettaglio delle altre misure, su cui la partita è ancora aperta:
- Rottamazione delle Cartelle: Fortemente voluta dalla Lega, dovrebbe riguardare tutto il 2023 ma si resta sul perimetro: probabile l’inclusione delle cartelle da mancati versamenti, esclusione per quelle da accertamenti.
- Pensioni: Trattativa in corso sulla sterilizzazione selettiva dell’aumento dell’età pensionabile. Sembra difficile l’ipotesi di un aumento a gradini (un mese l’anno), mentre si ragiona sull’esclusione di lavori usuranti, precoci e di chi ha già compiuto 64 anni.
- Rinnovi Contrattuali: La Ministra del Lavoro Elvira Calderone sta “limando le norme” con il Mef per modulare i 2 miliardi stanziati per il sostegno ai rinnovi, esprimendo soddisfazione per aver accolto le sollecitazioni di sindacati e imprese.
- Isee Prima Casa: Per l’esclusione della prima casa dall’Isee, dopo l’ipotesi dei 75mila, spunta un tetto di 95mila euro di valore catastale.
Il Cdm, al momento confermato per venerdì alle 11, è appeso all’evolversi del negoziato con gli istituti di credito.