La Legge di Bilancio del Governo ha chiuso il ciclo di audizioni parlamentari raccogliendo rilievi molto critici da parte delle principali istituzioni economiche. In particolare, Banca d’Italia e Corte dei Conti hanno espresso forti perplessità, parlando di una manovra dall’“effetto limitato” sulla crescita e con scarsi risultati sul fronte sociale.
Il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha difeso l’impostazione, sottolineando l’importanza di una politica di bilancio che garantisca la sostenibilità del debito in un contesto di incertezza. “Il taglio Irpef tutela i redditi medi”, ha replicato Giorgetti in audizione alle prime critiche.
I rilievi più duri hanno riguardato l’impatto della Manovra sulla ridistribuzione dei redditi.
- Bankitalia (Fabrizio Balassone): Le misure previste non comportano “variazioni significative della disuguaglianza nella distribuzione del reddito tra le famiglie” e avranno “impatti modesti” dal punto di vista sociale. La riduzione della seconda aliquota Irpef (dal 35% al 33%) comporta un minor gettito di 3 miliardi all’anno, ma fa poco per chi ha più bisogno.
- Istat (Giancarlo Chelli): Il Presidente Chelli ha calcolato che “oltre l’85% delle risorse” ricavate dal taglio Irpef sono destinate “alle famiglie dei quinti più ricchi” della distribuzione del reddito. Il beneficio medio di circa 230 euro annui interessa poco più di 14 milioni di contribuenti, ma avvantaggia prevalentemente le fasce alte.
Anche altri capisaldi della Manovra sono stati contestati dalle autorità di vigilanza:
- “Rottamazione” fiscale: Banca d’Italia, UPB e Corte dei Conti hanno espresso rilievi sulla nuova rottamazione, definita dalla Banca centrale uno “strumento che in passato non ha accresciuto l’efficacia nel recupero di gettito”.
- Pensioni: Balassone ha ammonito sulla necessità di non toccare il meccanismo di adeguamento dei requisiti di accesso. “C’è una questione di equità intergenerazionale nel mantenere un ragionevole equilibrio tra il tempo trascorso a lavoro e quello trascorso in pensione”, ha detto, avvertendo che l’aumento della spesa pensionistica “può complicare e molto la gestione della finanza pubblica”.
- Tasse sulle banche: È stato infine lanciato un monito per evitare “il ripetersi frequente di inattese modifiche della tassazioni”.
Le critiche delle istituzioni hanno innescato una polarizzazione nelle reazioni politiche, con il Governo che difende l’operato e l’opposizione che parla di “bocciatura”.
Il Ministro degli Esteri e Vicepremier, Antonio Tajani, ha difeso l’esecutivo pur riconoscendo i limiti imposti dalle risorse disponibili. “È chiaro che con una situazione come l’attuale, con una Manovra di diciotto miliardi, non è che si risolve tutto. Abbiamo detto che il tema dei salari è un problema da affrontare, c’è il problema della sanità, i soldi sono quelli che sono, stiamo riducendo la pressione fiscale.”
Tajani ha concluso affermando che “tutto può essere migliorabile ma il problema è che la coperta non è abbastanza lunga” e che la Manovra “va nella giusta direzione”, promettendo ulteriori sforzi nel prossimo anno.
Dura la reazione di Anna Ascani, Vicepresidente della Camera e deputata del Partito Democratico (PD), che ha ripreso i rilievi di Bankitalia e Istat per definire la Legge di Bilancio un fallimento. “Questa Manovra è inadeguata, insufficiente e pasticciata. Non fa nulla per la crescita, mette sul piatto poche risorse e quelle che stanzia le disperde. Il taglio dell’Irpef che doveva sostenere finalmente il ceto medio? Una beffa. Avvantaggia le famiglie più ricche… Mentre si insiste con i condoni, operazione inefficace oltre che ingiusta.”
Secondo l’opposizione, la Manovra “invece di ridurre le disuguaglianze le allarga”, non offrendo misure concrete per contrastare i salari bassi, il calo della produzione e le liste d’attesa nella sanità.
“Per fortuna non siamo solo noi a dire che è una manovra del tutto inutile per quanto riguarda la situazione economica, le difficoltà di famiglie e imprese. Anche Bankitalia dice che è una manovra che non aiuta quelle che sono le diseguaglianze attuali tra i redditi delle famiglie, l’intervento sull’Irpef va a privilegiare i redditi più alti. Il problema invece è più complesso: abbiamo il record di povertà assoluta, un ceto medio impoverito”. Lo dice Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 stelle, in un punto stampa a Castellamare di Stabia. “Noi lo abbiamo detto – aggiunge -: raccogliamo soldi dalle banche e dal riarmo e mettiamolo per aiutare le famiglie”.
“Al di là della dialettica e dello scontro politico chiedo a Giorgia Meloni di rispondere a questi 6 milioni di italiani che hanno perso la fiducia di potersi curare, anche se c’è un articolo 32 della nostra Costituzione che parla del loro diritto alla salute, a prescindere dal portafoglio che hanno in tasca”. Lo dice Elly Schlein sull’audizione dell’Istat sulla manovra. “Su questo noi continueremo a fare la nostra proposta, a partire dalle risorse in più che servono, perché in questi giorni si è chiarito che se fossimo rimasti al livello di finanziamento della sanità del 2022, oggi mancherebbero 17 miliardi, c’è un buco, un taglio di 17 miliardi rispetto ai livelli di finanziamento sul PIL del 2022 e questo porta alla firma di Giorgia Meloni, perché è lei che è presidente del Consiglio dal 2022, quindi invece che fare i giochi di prestigio con i numeri provi a rispondere a quei 6 milioni di italiani molto concreti, certificati da Istat, non da più di me”, ha aggiunto la segretaria del Pd.