MANOVRA. SINDACATI A PALAZZO CHIGI. MELONI: “CAMBIO DI PASSO CON RISORSE SU PRIORITA’ E CONTI IN ORDINE”
CGIL E UIL CONFERMANO LO SCIOPERO GENERALE DEL 29 NOVEMBRE
A palazzo Chigi i sindacati hanno incontrato la premier Meloni. Presenti Giorgetti e altri sei ministri. Fra le priorita’ illustrate dal governo il sostegno ai redditi medio-bassi e al lavoro, gli incentivi alle famiglie con figli, la riduzione della pressione fiscale, l’aumento delle risorse nella sanita’ e il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici. Cgil e Uil hanno confermato lo sciopero generale per il 29 novembre. Non parteciperà la Cisl.
“Abbiamo concentrato le risorse su alcune priorità fondamentali, con una visione di crescita duratura”. Lavorando per rendere strutturali alcune misure, come la riduzione delle aliquote Irpef sul quale l’intenzione è di intervenire ancora. Così la premier Meloni nell’incontro con le sigle sindacali sulla manovra, convocato a Palazzo Chigi, evidenziando “che il contesto internazionale non è affatto semplice.
Maloni ha criticato le politiche dei governi precedenti, che avrebbero optato per “misure utili a raccogliere consenso nell’immediato”, scaricando poi il costo sulle generazioni successive. Ha definito il Superbonus “la più grande operazione di redistribuzione regressiva del reddito nella storia d’Italia”, spiegando che nel 2025 peserà sui conti pubblici per ben 38 miliardi. Uno dei punti centrali della manovra riguarda il taglio del cuneese. “Quando siamo arrivati al governo due anni fa, molti sostenevano che non saremmo stati in grado di confermare il taglio del cuneese contributivo in scadenza. Invece, non solo lo abbiamo confermato, ma lo abbiamo potenziato”, ha affermato. La misura include circa 1,3 milioni di lavoratori con redditi tra 35 e 40mila euro annui.
Per quanto riguarda le politiche per la famiglia, Meloni ha ricordato il contributo di 1.000 euro per i bambini nati o adottati a partire dal primo gennaio 2025, destinato alle famiglie con un ISEE fino a 40.000 euro. “È un primo aiuto concreto per chi decide di mettere al mondo dei figli”, ha dichiarato, precisando che il bonus nido sarà aumentato a 3.600 euro annui per i nati nel 2024 in famiglie con ISEE sotto i 40mila euro. Un tema caldo che ha visto la premier prendere posizione riguarda il finanziamento del sistema sanitario nazionale. “Quando questo governo si è insediato, il Fondo sanitario era di 126 miliardi. Nel 2025 arriverà a 136,5 miliardi di euro, con un aumento di 10,5 miliardi in due anni”. La manovra prevede anche un fondo di 100 milioni di euro per sostenere i Comuni nelle spese legate all’assistenza dei minori allontanati dalle famiglie con provvedimenti della giustizia minorile. “È una risposta concreta a un problema che grava in maniera importante sui bilanci comunali, soprattutto quelli dei piccoli centri”, ha spiegato la premier.
Per le imposte sui redditi, la legge di bilancio introduce il passaggio da quattro a tre aliquote Irpef, con l’accorpamento dei primi due scaglioni “È nostra intenzione intervenire anche sui successivi scaglioni di reddito , ma questo dipenderà dalle risorse che avremo a disposizione”, ha dichiarato la premier, che ha confermato la super deduzione del 120% del costo del lavoro per le nuove assunzioni nel periodo 2025-2027, adottando il principio del “più assumi, meno paghi”. Inoltre, vengono rifinanziate misure come la nuova Sabatini, a sostegno degli investimenti produttivi delle micro, piccole e medie imprese, e il credito d’imposta per le imprese che investono nelle zone economiche speciali (Zes).
Sul fronte dell’evasione fiscale: “Registriamo un incremento record delle entrate tributarie e delle somme recuperare all’evasione fiscale”, ha affermato, attribuendo questo successo alla riforma fiscale messa in atto dal suo Governo. La premier ha evidenziato come, per la prima volta, banche e assicurazioni siano state coinvolte nel finanziamento della legge di bilancio, segnando un “cambio di passo rispetto al passato”.
“Questa manovra prevede un pacchetto consistente di misure, fatto di incentivi economici e interventi volti a favorire la conciliazione vita-lavoro”, ha detto la presidente del Consiglio. Nella manovra “c’è il riordino del sistema delle spese fiscali, le famose tax assistance, ma lo facciamo senza gravare sui redditi medio-bassi. Non cambierà nulla per i redditi fino a 75mila euro annui. Per i redditi superiori, invece, si salvaguardano le spese sanitarie e si introduce una soglia massima di spesa, sulla quale è possibile applicare le detrazioni questa soglia varia a seconda del numero dei figli a carico, introducendo così di fatto un meccanismo di quoziente famigliare”. Nella legge di Bilancio, per quel che riguarda le coperture, “ci sono misure di contenimento dei costi dei ministeri, maggiori entrate fiscali derivanti anche da lotta all’evasione e una parte di deficit aggiuntivo, che possiamo permetterci in virtu’ della gestione oculata che abbiamo avuto nei primi due anni di governo”. Nella manovra “i bonus edilizi vengono gestiti con buon senso. Si distingue tra prima casa e seconda casa: il bonus ristrutturazioni viene confermato al 50% sulla prima casa mentre scende al 36% dalla seconda casa in poi. Per quanto riguarda il Superbonus, si prevede, anche per le spese effettuate nel 2023, la possibilità di spalmare su dieci anni i crediti legati al 110%, così da tutelare i contribuenti che avrebbero dovuto rischiare di perdere la quota di detrazioni non utilizzate nell’anno”.
Con la legge di bilancio 2025 “rifinanziamo, per il prossimo triennio e non più solo di anno in anno, il Fondo di garanzia per la prima casa, che mi piace ricordare essere stato introdotto dall’allora Ministro della Gioventù del Governo Berlusconi e ci impegniamo, con questa manovra, a varare un piano straordinario di edilizia pubblica e sociale Perché garantire un’abitazione ad un costo sostenibile è uno degli strumenti che servono non solo per rilanciare l’occupazione, ma anche per sostenere il. desiderio desiderio delle giovani generazioni a mettere su famiglia”.
“Anche nel 2025 e nel 2026, come nei due anni precedenti, le pensioni minime saranno rivalutate oltre il livello di rilascio indicato dall’Istat. Le norme riguardanti le uscite anticipate dal lavoro restano pressoché immutate”.
La Cisl ritiene l’incontro a Palazzo Chigi sulla manovra “importante” e ha espresso “generale apprezzamento” per i contenuti della legge di bilancio che “accoglie molte delle richieste avanzate dal nostro sindacato”. E’ quanto ha sottolineato il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, nell’incontro con il Governo. “Non mancano aspetti da migliorare nell’iter parlamentare – ha detto – tuttavia, in particolare sul fronte del sostegno a redditi, lavoro, pensionati e famiglie si danno risposte convincenti, in linea con le rivendicazioni della Cisl. Misure che orientano oltre i due terzi della cubatura finanziaria del provvedimento. Tra gli obiettivi raggiungiamo la conferma dell’accorpamento degli scagioni Irpef e il taglio strutturale del cuneese fiscale per i redditi fino a 40mila euro, che da solo garantirà un aumento fino a 1.200. euro annui sulle buste paga di oltre 14 milioni di lavoratori Due misure che da sole cubano 17,5 miliardi sui 30 della manovra Di assoluta importanza il fatto che la defiscalizzazione sui salari di produttività ed il welfare contrattuale sia resa stabile per tre anni, così come il consolidamento e l’ampliamento della detassazione sui benefici marginali a favore dei lavoratori”. A livello contrattuale “conquistiamo inoltre 5,5 miliardi per il rinnovo dei settori pubblici nel triennio ’25-’27, con l’impegno di accantonare risorse anche per il ciclo successivo 2028/2030 – ha proseguito – risponde alle nostre precise richieste anche lo sblocco della piena indicizzazione delle pensioni, le misure che rafforzano il sostegno della famiglia ei congedi parentali, gli incentivi riconosciuti per le assunzioni di lavoratrici madri Significativo il sostegno triennale all’occupazione di giovani, donne e lavoratori svantaggiati nel Mezzogiorno ed il finanziamento di 1,6 miliardi a valere sul credito di impostazione nella zona economica speciale unica”.
“Forse qualcuno si scorda che quando ci fu Renzi al governo abbiamo proclamato uno sciopero generale della Uil della Cgil contro il Jobs Act, e come è noto abbiamo raccolto le firme per fare un referendum per cancellarlo. Quindi chi pensa che siano leggi sbagliate, la prossima primavera ha tutto il diritto di andare a votare per cancellarle”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini , a Radio anch’io. “Non abbiamo mai guardato in faccia i governi per il colore che hanno, li abbiamo sempre giudicati per quello che fanno e abbiamo scioperato contro Renzi, contro Letta, contro Draghi e anche contro Conte. Oggi non stiamo facendo uno sciopero perché c’è un governo di destra, stiamo facendo uno sciopero perché la sanità non funziona, perché fanno i condoni fiscali, perché i salari non stanno aumentando e perché stanno allargando la precarietà”, ha concluso Landini .
Se l’incontro governo-sindacati è stato inutile? “Gli incontri servono sempre ma non mi pare che il governo voglia accogliere le nostre richieste. Meloni però ha detto che era attenta ed interessata alle nostre proposte”. Lo dice a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora, il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri. Il 29 novembre avete indetto lo sciopero generale. Quante possibilità ci sono che l’agitazione rientri? “Dipende dal governo e dalla possibilità di aprire una trattativa. Abbiamo fatto tre o quattro proposte che il premier ha definito interessanti. Vediamo un po’, voglio essere ottimista”. Vi siete dati un nuovo appuntamento? “Per ora no”, ha spiegato Bombardieri a Un Giorno da Pecora.