
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è recato in piazza Venezia a Roma per rendere omaggio all’Altare della Patria dove ha deposto una corona di fiori. Poi si è recato a Codogno. “Da qui vogliamo ripartire. Con la piu’ grande speranza per il futuro” ha detto Mattarella.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è recato in piazza Venezia a Roma per rendere omaggio all’Altare della Patria dove ha deposto una corona di fiori. Come di consueto, il Capo dello Stato ha ricevuto gli onori dei vertici delle Forze Armate e ha ascoltato l’inno nazionale suonato da una banda interforze. Indossando una mascherina contro il coronavirus e rispettando un rigoroso distanziamento fisico, Mattarella ha osservato il silenzio in onore dei Caduti. Causa pandemia, quest’anno non si è svolta la tradizionale parata militare, ma le frecce tricolori hanno comunque sorvolato i cieli della Capitale. Il presidente della Repubblica si è poi messo in viaggio verso Codogno, nel Lodigiano, ex zona rossa e primo focolaio Covid-19 in Italia.
I vuoti lasciati dalle vittime del coronavirus “sono ferite che possiamo tentare di cucire soltanto con il ricordo, ricordando nomi, volti e storie, tutti, uno per uno. Occorre pensare a un modo efficace e comune per accogliere e custodire questa memoria e per rappresentare il pensiero di omaggio dell’Italia per le vittime di questa epidemia”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento da Codogno. “Questa visita – ha aggiunto – assume anche il significato di auguri, i piu’ intensi e i piu’ affettuosi, a coloro che sono malati e stanno lottando per la loro guarigione”.
“Qui a Codogno oggi come poche ore fa a Roma, è presente l’Italia della solidarietà, della civiltà, del coraggio, in una continuità ideale in cui celebriamo ciò che tiene unito il nostro Paese, la sua forza morale. Da qui vogliamo ripartire, con la più grande speranza per il futuro”, ha detto il poresidente della Repubblica Sergio Mattarella, parlando a Codogno. Durante l’emergenza Covid “ci sono stati migliaia di gesti solidali e coraggiosi, altruismo e abnegazione. Si è manifestato un patrimonio morale presente nel nostro Paese, spesso sommerso, che va esaltato e messo a frutto. E’ il sommerso del bene, che va fatto affiorare e prevalere affinchè caratterizzi in modo positivo la ricostruzione che attende la nostra società”.