MATTARELLA: LIBERTA’ STAMPA FONDAMENTALE PER NOSTRA DEMOCRAZIA

E AI GIORNALISTI DICE: PRESIDENTE REPUBBLICA NON È UN SOVRANO, FORTUNATAMENTE. FIRMARE LE LEGGI NON SIGNIFICA CONDIVIDERLE

 “La libertà di stampa è fondamentale per la nostra democrazia, come per qualunque democrazia.Che vede nella nostra Costituzione una tutela netta, chiara, indiscutibile, a fronte della quale vi è una assunzione di responsabilità da parte dei giornalisti: la lealtà, l’indipendenza dell’informazione, la libertà di critica, nel rispetto della personalità altruista, il rispetto dei fatti. Ma è un elemento indispensabile della nostra democrazia, e questo carattere di indispensabilità, io ho cercato tante volte di richiamarlo e sottolinearlo. Ed è in realtà un ruolo indispensabile che sta a cuore alle istituzioni, chiamate a tutelarla ciascuno nelle proprie competenze e nei propri ambiti e, naturalmente, nelle proprie responsabilità”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella , incontro la delegazione di Casagit. 

“Qualche volta ho come l’impressione che qualcuno pensi ancora allo Statuto Albertino in cui, come è noto, veniva affidata la funzione legislativa congiuntamente alle due Camere e al re. Quando le Camere approvavano la legge, il re prima di promulgarle doveva apporre la sua sanzione, cioè la sua condivisione nel merito, perché le era stato anche attribuito il potere legislativo”. Lo dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante l’incontro al Quirinale con Gianfranco Giuliani, Presidente Casagit, con una delegazione. “Fortunatamente non è più così- spiega poi Mattarella – Il Presidente della Repubblica non è un sovrano, fortunatamente, e quindi non ha questo potere. Ha soltanto quello che ho descritto. Anzi nei suoi compiti c’è, tra quelli fondamentali, quello di fare in modo che ciascuno rispetti la Costituzione. A partire da sé stesso, naturalmente, e che ciascuno la rispettiva nel colloquio e nel confronto tra gli organi costituzionali. Sarebbe grave se uno di questi, e tra questi anche il Presidente della Repubblica, pretendesse di attribuirsi compiti che la Costituzione assegna ad altri poteri dello Stato”. “E questo- ha concluso Mattarella – è una indicazione di democrazia che si inserisce in quell’armonico disegno che la nostra Costituzione indica e presenta in maniera sinceramente ammirevole per coloro che la scrissero, che ebbero la forza – in condizioni difficili e anche dialetticamente molto accese – di definirla e approvarla. Anche questo rientra nella libertà, nel rispetto della libertà di tutti coloro a cui la Costituzione assegna un compito, che nessun altro può sottrarre per farlo proprio”.

 Dunque, “non firma le leggi, ne firma la promulgazione, che è una cosa ben diversa”, fa semplicemente il suo dovere ed è “quell’atto indispensabile per la pubblicazione ed entrata in vigore delle leggi, con cui il Presidente della Repubblica attesta che le Camere hanno entrambe approvato una nuova legge, nel medesimo testo, e che questo testo non presenta profili di evidente incostituzionalità». Bene. Se il capo dello Stato “andasse al di là di questo limite che gli assegna la Costituzione”, “si arrogherebbe indebitamente il compito che è rimesso alla Corte costituzionale'”. Insomma promulgare una legge non significa “farla propria” o “condividerla”. 

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