
Si inasprisce lo scontro fra alcuni sindaci ed il ministro Salvini su dl sicurezza e soccorsi alla nave Sea Watch 3. Il sindaco di Palermo Orlando si rivolge al giudice sul decreto per “sollevare la questione costituzionale in giudizio”. Ricorda poi quando lo stesso Salvini invitava i sindaci a non applicare la legge sulle unioni civili ed amplia lo scontro invitando allo sbarco Sea Watch 3, da 13 giorni in mare con 32 migranti a bordo. Il primo cittadino di Napoli de Magistris a sua volta apre il porto alla nave. Salvini attacca: “E’ finita la pacchia. Se qualche sindaco non e’ d’accordo si dimetta”.
Il vicepremier: “Anche per loro pacchia finita, pensino ai cittadini e non ai clandestini. I porti sono chiusi”. Ma Orlando insiste: sul no al decreto non arretro. De Magistris: pronto ad aprire il porto di Napoli alla Sea Watch, la nave ong che da 13 giorni attende un approdo. Nardella: la Costituzione conta di piu’.
Leoluca Orlando torna sul decreto sicurezza, e fa sapere che sulla vicenda ‘ho dato incarico all’ufficio legale di adire il giudice. Vado dal magistrato perche’ non posso andare alla Corte Costituzionale, occorre sollevare la questione incidentalmente in un giudizio’. E a Salvini ricorda quando lo stesso ministro, da leader della Lega, invitava i sindaci Leghisti a non applicare la legge sulle unioni civili. Il presidente dell’Anci Decaro commenta: “Le nuove norme mettono noi sindaci in una oggettiva difficolta’. Se il ministro ritiene che il mestiere di sindaco sia una pacchia siamo pronti a restituirgli, insieme alla fascia tricolore, tutti i problemi che quotidianamente siamo chiamati ad affrontare”.
“Nel 2019 avremo ancora più rigore, è tornato il tempo in cui le regole si rispettano, si rispetta il prossimo, si rispetta la maestra, si rispetta chi indossa una divisa, chi fa il proprio lavoro: se qualche sindaco non è d’accordo si dimetta. Dimettiti Orlando, vai a fare il sindaco in uno dei paesi da cui arrivano i finti profughi e anche tu De Magistris con tutti i problemi che ci sono a Napoli si mette ad attaccare Salvini e il decreto. Dimettetevi, siamo in democrazia e governano gli italiani. Fatevene una ragione, non governa qualche professorone, qualche giornalista, qualche cantante come J-Ax”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, in diretta facebook da un rifugio sulle piste da sci di Bormio dove è in vacanza con la figlia Mirta di 6 anni che compare diverse volte nel video. “Un bacione ai sindaci che essendo alla canna del gas, non avendo fatto nulla per i loro cittadini, vogliono aiutare i clandestini. Il 2019 è l’anno della scelta: o con gli italiani o con i clandestini. Io ho scelto e penso che anche voi abbiate scelto”, ha concluso.
Cresce la protesta dei sindaci di centrosinistra contro le nuove norme sui richiedenti asilo. Ma Matteo Salvini conferma la linea dura: “E’ finita la pacchia. Io non mollo, non retrocedo”. Al fianco del ministro dell’Interno, che incassa il sostegno dell’alleato Luigi Di Maio, si schierano in massa gli amministratori leghisti: “si mette ordine dove prima regnava il caos”. Dura la reazione dell’Anci alle parole del titolare del Viminale: “I sindaci sono quotidianamente nella trincea dei bisogni e sono tenuti a dare risposte che non possono essere inefficaci, a maggior ragione se si tratta di diritti civili e protezione sociale”, afferma Antonio Decaro. “Per questo auspico che il ministro dell’Interno, contribuendo ad abbassare i toni della polemica, voglia convocarci per discutere delle modalita’ operative e dei necessari correttivi alla norma”, aggiunge il presidente dell’Anci. “Se poi il ministro ritiene che il mestiere di sindaco sia una pacchia, come ha dichiarato anche in queste ore, siamo pronti a restituirgli, insieme alla fascia tricolore, tutti i problemi che quotidianamente siamo chiamati ad affrontare”. Dopo aver sospeso l’applicazione delle misure contenute nel decreto Sicurezza, convertito in legge a fine 2018, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando garantisce di voler proseguire la ‘battaglia’, spiegando di puntare sull’intervento dei giudici della Consulta. “Non arretro, non c’e’ motivo di arretrare, io ho assunto una posizione che non e’ ne’ di protesta, ne’ di disubbidienza, ne’ di obiezione di coscienza”. quindi, “il provvedimento potra’ essere sottoposto all’esame di una autorita’ giudiziaria e, attraverso questa, della Corte Costituzionale. Cosa che io faro'”, annuncia. Ma Salvini tiene il punto: “I porti italiani sono chiusi, abbiamo accolto gia’ troppi finti profughi, abbiamo arricchito gia’ troppi scafisti! I sindaci di sinistra pensino ai loro cittadini in difficolta’, non ai clandestini”. Insomma, per Salvini “stanno alla canna del gas”. Quindi, mette bene in chiaro: “Ci tenevo a dire che non mollo, non retrocedo. In Italia si arriva chiedendo permesso, non arrivano coloro che ci portano la guerra: lo dico a quei sindaci fenomeni che, per cercare un po’ di pubblicita’, dicono ‘disobbediro’ a Salvini‘. Non si molla di un millimetro”. Dello stesso avviso il leader pentastellato, che bolla la presa di posizione dei sindaci come “campagna elettorale, campagna elettorale di sindaci che si devono sentire un po’ di sinistra facendo questa cosa; ma se vuoi sentirti di sinistra metti mano ai diritti sociali di questo paese, quelli che la sinistra ha distrutto in questi anni: pensate come stanno messi male”, afferma Luigi Di Maio.
La Lega fa quadrato e difende le norme fortemente volute da Salvini: protesta “totalmente ideologica”, e’ il giudizio del sottosegretario all’Interno, Stefano Candiani. “Fanno un dispetto ai cittadini”, osserva l’altro sottosegretario leghista Nicola Molteni. Contro le proteste si schierano diversi amministratori leghisti e di centrodestra: dal sindaco di Trieste Roberto Dipiazza al primo cittadino di Udine Pietro Fontanini. Da Sara Casanova, sindaco leghista di Lodi, ad Alessandro Ciriani che guida la citta’ di Pordenone. Ma anche la battaglia del primo cittadino di Palermo conquista consensi. Dopo l’appoggio di Luigi De Magistris arriva quello di Giacomo Tranchida, sindaco di Trapani, con trascorsi nel Pd ma eletto con un cartello di liste civiche: “Se il decreto Salvini impedisce l’accesso ai servizi essenziali sara’ bloccato anche a Trapani”, spiega. Il primo cittadino di Firenze, Dario Nardella, annuncia: “Stiamo valutando insieme ai nostri avvocati e con alcuni costituzionalisti anche una strada perche’ sul decreto Sicurezza si possa arrivare alla Corte costituzionale”. Il sindaco di Alghero (Sassari), Mario Bruno, alla guida di una giunta di centrosinistra, prende posizione e assicura: “Salvini non ci spaventa. Lo abbiamo gia’ scritto al Presidente Conte: siamo pronti a sospendere gli effetti nei nostri comuni se non ci sara’ un confronto nel merito con i sindaci, con chi vive i problemi da vicino”. E l’assessore al Welfare del comune di Milano, Pierfrancesco Majorino, lancia la protesta di piazza, dando appuntamento per il 2 marzo: “Le forme di opposizione alla Legge Salvini dovranno essere molte. Una strada e’ quella indicata da Orlando (giusta politicamente al di la’ del numero dei casi). Un’altra sara’ quella di aiutare comunque chi finira’ in strada. E Milano scendera’ in piazza il 2 marzo”. Condividono la protesta Pd e Leu, anche se tra i dem si levano voci critiche: “Non condivido nulla delle norme Salvini, ma non sono d’accordo con la posizione assunta da Luigi De Magistris e Leoluca Orlando. Un sindaco non puo’ rifiutarsi di applicare una legge dello Stato”, sostiene ad esempio Antonello Giacomelli.