
Si intensificano nel fine settimana i negoziati tra Unione Europea e Stati Uniti nel tentativo di scongiurare il ritorno di pesanti dazi reciproci, con la scadenza del 9 luglio che incombe. Tuttavia, il clima a Bruxelles è tutt’altro che sereno, e la Commissione Europea sta già preparando scenari alternativi in caso di mancato accordo, un segnale evidente del crescente pessimismo.
Il recente viaggio a Washington del commissario europeo al Commercio, Maroš Šefčovič, per incontrare i segretari statunitensi Scott Bessent (Tesoro), Howard Lutnick (Commercio) e il rappresentante per il Commercio Jamieson Greer, non ha prodotto alcun passo decisivo. “Siamo esattamente dove eravamo la settimana scorsa. Non c’è mai stato un senso di ottimismo,” ha rivelato una fonte diplomatica all’AGI dopo un briefing della Commissione con gli ambasciatori dei Ventisette. Un altro diplomatico ha confermato che “non c’è un accordo chiaro e tutte le opzioni rimangono sul tavolo.”
La situazione è resa ancora più tesa dalle recenti indiscrezioni del Financial Times, secondo cui gli Stati Uniti starebbero minacciando di introdurre un dazio del 17% sui prodotti agricoli europei. Nonostante questo, il portavoce della Commissione Europea per il Commercio, Olof Gill, ha ribadito l’obiettivo di un’intesa negoziata: “La posizione dell’UE è stata chiara fin dall’inizio: siamo favorevoli a una soluzione negoziata con gli Stati Uniti, e questa rimane la nostra priorità.” Ha aggiunto che “sono stati compiuti progressi verso un accordo di massima durante l’ultimo ciclo di negoziati.”
Tuttavia, Gill ha anche confermato che Bruxelles si sta preparando “all’eventualità che non si raggiunga un accordo soddisfacente.” Un’affermazione che lascia intendere come un “no-deal” non sia affatto escluso in questo momento.
A Bruxelles si ragiona già sulle possibili conseguenze di un mancato accordo. Fonti diplomatiche prevedono che “dalla prossima settimana si prospetta uno squilibrio commerciale tra l’UE e gli Stati Uniti.” La Commissione ha illustrato agli ambasciatori una classificazione di Washington dei partner commerciali in tre categorie:
- Partner con accordo di principio (come Regno Unito e Cina), che manterranno l’attuale sospensione tariffaria e potranno beneficiare di ulteriori agevolazioni.
- Partner con negoziati in corso ma senza accordo di principio, che vedranno il ritorno delle precedenti tariffe (nel caso dell’UE, il 20%) fino alla conclusione di un’intesa.
- Partner con negoziati in stallo, per cui le tariffe saranno ripristinate “fino a nuovo avviso”.
“Non è ancora chiaro come Trump classificherà l’UE,” ha riferito una fonte diplomatica, “ma da questi colloqui emerge chiaramente che in tutti gli scenari sopra descritti persiste uno squilibrio nelle misure commerciali tra UE e Stati Uniti.” Ciò solleva la questione su “come ci prepariamo a porre rimedio a tale squilibrio.”
Tra gli Stati membri, si è aperta anche una riflessione politica più ampia: “La grande domanda sarà se dovremo chiudere un accordo a tutti i costi per evitare una guerra commerciale, oppure mostrare i muscoli se l’accordo non sarà abbastanza buono,” ha commentato un diplomatico. Le “misure di riequilibrio” sono sul tavolo, ma non ancora formalmente concordate, indicando una potenziale escalation in caso di fallimento dei negoziati.