
Donald Trump torna ad attaccare il numero uno della Fed, Jerome Powell, ‘colpevole’ di non aver ancora tagliato i tassi d’interessi e per questo ribattezzato ‘Mr. Troppo tardi’. “Molti invocano ‘tagli preventivi’ ai tassi. Con i costi energetici in forte calo, i prezzi dei generi alimentari (incluso il disastro delle uova di Biden!) prevalentemente più bassi e la maggior parte delle altre ‘cose’ in calo, l”estrazione e’ praticamente nulla – scrive Trump su Truth – con questi costi in cosi’ netto calo, proprio come avevo avuto, non poteva’ esserci quasi scontrarsi, ma può’ esserci un rallentamento dell’economia a meno che ‘Mr. Troppo Tardi’, un grande perdente, non abbassi i tassi di interesse, ora. L’Europa ha già ‘tagliato’ i tassi sette volte Powell e’ sempre stato ‘Troppo Tardi’, tranne nel periodo elettorale quando abbasso’ i tassi per aiutare il sonnolento Joe Biden, poi Kamala, a essere eletto?”.
New York – La prima seduta della settimana a Wall Street si è conclusa in territorio negativo, con gli indici azionari pesantemente influenzati dalle rinnovate critiche del presidente americano Donald Trump al presidente della Federal Reserve Jerome Powell e dalla crescente incertezza sul fronte commerciale.
In un acceso messaggio pubblicato sul suo social media Truth Social, Trump ha messo in guardia da un rallentamento economico imminente qualora Powell, definito con toni sprezzanti “Mr. Troppo Tardi, un grande perdente”, non avesse provveduto a tagliare immediatamente i tassi di interesse. Queste dichiarazioni hanno riacceso i dubbi sull’indipendenza della banca centrale americana, allarmando gli investitori.
A minare ulteriormente la fiducia del mercato è stata la persistente mancanza di progressi nella disputa commerciale. Pechino ha lanciato un chiaro avvertimento alle altre nazioni, intimando di non stringere accordi commerciali con gli Stati Uniti che potessero arrecare danno agli interessi economici cinesi.
Questo clima di incertezza ha penalizzato tutti i principali indici azionari. Il Dow Jones ha registrato un calo significativo di 971,82 punti, pari a una perdita del 2,48%. Anche lo S&P 500 e il Nasdaq hanno subito pesanti perdite, entrambi attestandosi a -2,36%, con ribassi rispettivamente di 124,50 e 415,55 punti.
In controtendenza, l’oro ha beneficiato della crescente avversione al rischio, segnando un picco fino a 3.431,80 dollari l’oncia. Sul fronte energetico, il petrolio WTI ha mostrato un modesto rialzo dello 0,92%, attestandosi a 63,88 dollari al barile.
Sul mercato obbligazionario, il rendimento del titolo decennale del Tesoro statunitense ha superato la soglia del 4,37%. Contestualmente, il dollaro ha subito una marcata debolezza: il WSJ Dollar Index, che misura la valuta statunitense rispetto a un paniere di altre divise, è sceso dello 0,7% nella giornata di lunedì, toccando il livello più basso da settembre.