
Frenano le pensioni anticipate in Italia, mentre si acuisce la disparità tra gli importi percepiti da uomini e donne. È quanto emerge dall’analisi dei dati del primo trimestre dell’anno elaborata dall’INPS.
Nel corso del 2024, l’istituto previdenziale ha erogato complessivamente 877.186 pensioni, con un importo medio mensile di 1.229 euro. Focalizzandosi sui primi due mesi del 2025, sono stati liquidati 194.582 assegni, con una media di 1.237 euro, in lieve aumento di 8 euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Tuttavia, la stretta sulle possibilità di lasciare il lavoro prima del raggiungimento dell’età di vecchiaia (fissata a 67 anni) si fa sentire. Le pensioni anticipate nel 2024 sono state 223.216, scendendo a 54.094 nel primo trimestre del 2025, un calo significativo del 23% rispetto alle 70.334 registrate nello stesso periodo del 2024.
Stabile il numero delle pensioni di vecchiaia, che si attestano a 56.271 nel primo trimestre 2025 (266.620 nel 2024), così come quelle di invalidità (9.444 nel primo trimestre 2025 contro le 57.905 del 2024) e quelle ai superstiti (49.272 nel primo trimestre 2025 rispetto alle 232.669 del 2024).
A destare preoccupazione è l’ampliamento del divario di genere negli assegni pensionistici. Nel primo trimestre del 2025, la pensione media erogata alle donne dall’INPS è risultata inferiore di circa il 32% rispetto a quella degli uomini, un gap in crescita rispetto al 29,1% registrato nel 2024. Nello specifico, gli uomini hanno percepito in media 1.486,21 euro, mentre le donne si sono fermate a 1.010,63 euro. Nel 2024, le cifre erano rispettivamente di 1.456,83 euro per i pensionati e 1.032,95 euro per le pensionate.
“È preoccupante il fatto che il divario di genere relativo all’importo delle pensioni delle donne sia aumentato”, commenta un portavoce della CISL. “Sono necessarie politiche ancora più incisive per favorire il lavoro femminile sia in termini di quantità sia in termini di qualità. Anche i dati della gestione separata, che riguarda collaboratori e partite IVA, devono essere oggetto di particolare attenzione dal momento che gli importi medi degli assegni rimangono molto bassi. È necessario disegnare un sistema che consenta a tutti di raggiungere un reddito pensionistico dignitoso, da un lato rendendo accessibile la previdenza complementare e dall’altro individuando forme di integrazione alla pensione pubblica come la pensione contributiva di garanzia proposta dalla CISL”.
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