
I referendum sulla Giustizia non raggiungono il quorum: vota il 20,8% della popolazione ma i si’ vincono sui no in quasi tutti i quesiti. L’affluenza per le comunali e’ del 54,72%, in calo rispetto alle precedenti consultazioni.
E’ la Liguria la regione in cui c’è stata l’affluenza più alta ai referendum in materia di giustizia, mentre il Trentino Alto Adige è quella dove è andato alle urne il minor numero di elettori. In Liguria, con variazioni minime tra i 5 quesiti, l’affluenza si è attestata tra il 28,12 e il 28,20%, superiore al dato nazionale italiano del 20,95%. Il Trentino Alto Adige si è invece fermato per tutti i quesiti al 13,04%.
In Provincia di Genova per il Referendum ha votato il 32,90%. Diverse, seppur di pochissime frazioni di punto, le percentuali dell’affluenza per quanto riguarda il Comune di Genova. Per il primo quesito, intitolato Incandidabilita’ dopo condanna ha votato il 38,07%, per il secondo Limitazione misure cautelari il 37,99%,per il terzo quesito, sulla Separazione delle funzioni dei magistrati, ha votato il 37,95%, per il quarto Membri laici consigli giudiziari il 37,91% e per l’Elezioni componenti togati del Csm ha votato il 37,92% In provincia della Spezia ha votato il 28,81% (32 Comuni al voto per il Referendum). Nel Comune della Spezia, per il primo quesito ha votato il 44,98% degli aventi diritto, per il secondo il 44,92%, per il terzo quesito il 44,90%, per il quarto quesito il 44,85% e per il quinto quesito il 44,85%.
“Sono convinto che se all’appuntamento referendario gli italiani fossero stati chiamati a dire la loro su un fine vita dignitoso o sulla legalizzazione della cannabis, il quorum sarebbe stato alla portata. Invece si è voluto usare, da parte di Salvini, Renzi e Berlusconi, il referendum per una vendetta contro la magistratura. E alla fine sono stati sonoramente sconfitti.” Lo afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni “Poi certo, c’è un problema – prosegue il leader di SI – di riforma dello strumento referendario che occorrerà affrontare, ma bisogna fare i conti anche con la delusione e la distanza dei cittadini dalla politica”. “Delusione ancora più accentuata se pensiamo che è proprio questa maggioranza che sta dando un colpo all’esito di quel referendum – conclude Fratoianni – in cui gli italiani difesero l’acqua come bene comune”.
“La colpa della scarsa affluenza è di chi ha proposto un referendum sbagliato. Quello sul taglio dei parlamentari infatti ha avuto esito diverso. Con quesiti su argomenti che interessano i cittadini come salario minimo, eutanasia legale, ddl Zan, l’affluenza sarebbe stata maggiore. È evidente che i partiti politici che non intercettano le necessità degli italiani espongono il Paese ad una votazione quasi inutile: parlare oggi di abrogare la Legge Severino è fuori dalla realtà, significherebbe tornare ad avere condannati in Parlamento. Quanto accaduto col referendum è un presagio di quanto potrebbe accadere in caso di referendum abrogativo sul reddito di cittadinanza: l’affluenza sarebbe ancora più bassa perché non è interesse degli italiani privare di un reddito di sostentamento chi affronta difficoltà economiche. Il dato di ieri sia da monito per il futuro, le elezioni comportano un dispendio di risorse economiche e umane che non devono essere sprecate o utilizzate male”. E’ quanto scrive sui social il sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia.
“C’e’ solo da rallegrarsi per il fatto che non sia passata l’abrogazione della legge Severino. Salvini e company hanno un’idea strana di Paese: quella in cui se hai una condanna definitiva per reati gravi non puoi fare il collaboratore scolastico ma puoi essere eletto in Parlamento oppure fare il Ministro o il capo del Governo. Se ne facciano una ragione, gli italiani non la pensano cosi’. I Referendum sulla giustizia sono stati un flop. Su questo pero’ non c’e’ affatto da essere contenti. L’utilizzo spregiudicato che promotori e sostenitori hanno fatto dei quesiti referendari rischia di logorare uno strumento straordinario di partecipazione popolare. Irresponsabili”. Cosi’ su Facebook Lucia Azzolina, deputata del Movimento 5 Stelle.
“Ritengo che questi cinque Referendum non fossero adeguati al livello della politica che il nostro Paese dovrebbe meritare”. Lo ha detto il sindaco di Bologna Matteo Lepore a margine di un evento su prevenzione e cura delle dipendenze. Di fronte all’astensionismo registrato per questo Referendum, Lepore punta il dito contro una politica che “continua a chiedere ai cittadini di rispondere su temi che non ha il coraggio o non riesce a risolvere”. “Io sono andato a votare – chiarisce il sindaco – e l’ho fatto in virtu’ del ruolo che ricopro, mi sarei sentito in colpa a non andare”. Cio’ detto, “noi abbiamo bisogno di un Parlamento che sia in grado di legiferare su temi molto importanti come i diritti civili o lo ius soli, si cui mi aspetto che sia approvata una riforma prima della fine della legislatura, ma anche sul tema del fine vita, e delle dipendenze all’interno delle nostre citta’”. “Abbiamo bisogno del Parlamento – conclude Lepore – e non si puo’ continuare a chiedere ai cittadini di risolvere i problemi che la politica non il coraggio o non riesce a risolvere”.