
Il Parlamento italiano si divide sul tema del riarmo e dell’aumento delle spese militari. L’Aula della Camera ha respinto tutte le cinque mozioni presentate dalle opposizioni, confermando la posizione del governo in materia di difesa.
Il voto ha visto una netta maggioranza bocciare i testi proposti da Avs, M5S, Italia Viva, Azione e Partito Democratico. Nel dettaglio, le mozioni di Avs e M5S sono state respinte con 178 voti contrari, mentre quella di Italia Viva ha ricevuto 217 “no”. La mozione di Azione è stata bocciata con 263 voti contrari, e quella del Partito Democratico ha ottenuto 171 voti contrari.
Fratelli d’Italia, per voce della deputata Maria Grazia Frijia, ha difeso la linea del governo, definendo l’aumento delle spese per la difesa una “scelta di responsabilità e di visione strategica”. Secondo Frijia, in un contesto internazionale instabile, l’Italia non può restare indietro e deve contare su “Forze Armate moderne, efficienti e in grado di difendere i cittadini”. La deputata ha sottolineato come la difesa sia un investimento sulla sovranità e sulla credibilità internazionale del Paese, rafforzando la capacità di dialogo con gli alleati.
Anche la Lega si è schierata a favore dell’aumento, pur con una visione più ampia. Il deputato Simone Billi ha ribadito l’impegno per la pace attraverso la NATO, ma ha precisato che l’obiettivo di destinare il 5% del PIL alla difesa non deve riguardare solo gli armamenti. Billi ha proposto un “investimento strategico” che includa infrastrutture civili e tecnologie avanzate, paragonando l’operazione alla costruzione dell’Autostrada del Sole che ha unito il Paese. “Sia chiaro: quando parliamo di spese per la difesa – ha aggiunto – non parliamo solo di armamenti. Siamo contrari a progetti da 800 miliardi calati dall’alto che rischiano di favorire solo Francia e Germania”.
Il Partito Democratico ha espresso la propria contrarietà all’obiettivo di destinare il 5% alla difesa, definito “irrealizzabile”. Il capogruppo in commissione Difesa, Stefano Graziano, ha attaccato il governo e la premier Meloni, accusandoli di non avere il coraggio di confrontarsi con il Parlamento e definendo la maggioranza “divisa e in confusione”. Graziano ha sottolineato la necessità di puntare sulla diplomazia e ha ribadito il “sì alla sicurezza” ma solo “all’interno di un quadro di difesa europea”.
Tra le fila del PD, tuttavia, sono emerse alcune differenze. I deputati Lorenzo Guerini, Lia Quartapelle e Marianna Madia hanno votato contro le mozioni di Avs e M5S. Madia ha votato a favore del testo di Italia Viva, dimostrando una spaccatura interna al partito. Il Partito Democratico ha votato a favore della propria mozione, astenendosi su quelle di Avs, M5S e IV, e bocciando quella di Azione.