
Non si è trovato un accordo tra il Governo e le Regioni in merito alle misure per ridurre le lunghe liste d’attesa nel sistema sanitario nazionale. Durante l’odierna riunione della Conferenza Stato-Regioni, le Regioni, constatata la mancanza di un’intesa unanime, hanno richiesto una settimana di tempo supplementare per tentare di raggiungere una posizione condivisa.
Tuttavia, il Governo, rappresentato dal sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, non ha accolto la richiesta di rinvio. Questa decisione è stata interpretata da fonti regionali come una “non volontà di raggiungere un accordo”.
A seguito di questo mancato accordo, si apre ora una fase di mediazione della durata di trenta giorni per cercare una soluzione condivisa sulla delicata questione delle liste d’attesa.
Dura la reazione dell’opposizione. Chiara Braga, capogruppo del Partito Democratico alla Camera dei Deputati, ha commentato con una nota: “Il Governo litiga con le Regioni perché il decreto sulle liste d’attesa, come avevamo detto, non funziona. Non risolve i problemi della sanità pubblica e favorisce quella privata. Mentre 5 milioni di italiani rinunciano a curarsi. Servono più risorse per ospedali, medici e personale sanitario”.
La mancata intesa tra Governo e Regioni riaccende i riflettori su una delle problematiche più sentite dai cittadini italiani, con il rischio che le lunghe attese per visite ed esami specialistici continuino a rappresentare un ostacolo all’accesso alle cure. La prossima fase di mediazione sarà cruciale per capire se le parti riusciranno a superare le divergenze e a trovare soluzioni concrete per migliorare l’efficienza del sistema sanitario.