
Si accende lo scontro politico sull’ipotesi di un aumento dei pedaggi autostradali di un euro ogni mille chilometri a partire dal primo agosto, un emendamento inizialmente proposto dalla stessa maggioranza di governo e poi ritirato in seguito a una vera e propria bufera. La vicenda ha scatenato la dura reazione delle opposizioni e rivelato profonde spaccature interne al centrodestra, in particolare tra Lega e Fratelli d’Italia.
La “tassa per l’estate”, come l’hanno subito ribattezzata le opposizioni, era comparsa in un emendamento al decreto legge Infrastrutture, firmato dai quattro relatori (due di FdI, uno per Lega e Forza Italia). L’obiettivo dichiarato era quello di incamerare 90 milioni di euro all’anno nelle casse dell’Anas, risorse ritenute necessarie per coprire un fabbisogno strutturalmente crescente, anche a causa dell’aumento delle bollette per l’illuminazione stradale.
L’input per l’emendamento, secondo fonti della maggioranza, sarebbe arrivato dal Ministero delle Infrastrutture, guidato dal leghista Matteo Salvini. Tuttavia, la proposta ha incontrato fin da subito le perplessità di Fratelli d’Italia, che ha acconsentito alla firma con “mal di pancia” pur di non compromettere l’equilibrio della coalizione.
Non appena la notizia ha iniziato a circolare, le reazioni non si sono fatte attendere. Le opposizioni sono insorte compatte, chiedendo l’immediato ritiro del testo e accusando il governo di “fare cassa sulle ferie degli italiani”. La segretaria del PD, Elly Schlein, ha tuonato: “Meloni tassa gli italiani che vanno in vacanza”. Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle, ha parlato di “colpaccio”, mentre Matteo Renzi (Italia Viva) ha definito l’aumento “imbarazzante”, ironizzando: “Questi aumentano le tasse e poi fanno finta di essere tristi per l’aumento delle tasse. Che imbarazzo”. Anche Riccardo Magi di Più Europa ha affondato il colpo: “Una volta sgamato, Salvini fa l’eroe. Vorrebbe pure gli applausi? Salvini deve aver preso gli italiani per scemi”. Forti le proteste anche dalle associazioni dei consumatori, come Assoutenti e l’Unione Nazionale Consumatori, che hanno definito l’aumento “inaccettabile” e “incredibile”.
La crescente tensione e i “distinguo emersi nella maggioranza” hanno costretto il ministro Salvini a un repentino dietrofront. Con una nota concisa, il Ministero delle Infrastrutture ha annunciato il ritiro dell’emendamento, sottolineando che la proposta era stata inizialmente presentata “dai relatori di tutte le forze di maggioranza”, quasi a voler condividere la paternità della controversa iniziativa. L’aumento dei pedaggi sembra quindi sfumato, almeno per il momento.
La giornata politica è stata segnata anche da un altro scontro all’interno della maggioranza, questa volta sulla proposta di Forza Italia riguardante lo Ius Scholae, la cittadinanza per i figli di stranieri nati e cresciuti in Italia. La Premier Giorgia Meloni ha tagliato corto, affermando che la questione “non è nel programma di governo”, chiudendo di fatto ogni discussione sull’argomento e ribadendo la linea del suo esecutivo su temi sensibili come l’immigrazione e la cittadinanza.
La rapidità con cui è stata ritirata la proposta sui pedaggi, dopo l’iniziale “blitz” della maggioranza, evidenzia le difficoltà nel trovare una sintesi su misure economiche impattanti e la crescente fibrillazione interna al centrodestra, alle prese con la gestione delle aspettative dei propri elettorati e le pressioni delle opposizioni.