Un “Election Day” amaro per Trump a un anno dalla sua elezione: i Democratici conquistano New York con il socialista Zohran Mamdani e fanno la storia eleggendo le prime due donne governatrici in New Jersey e Virginia.
L’Election Day del 4 novembre si è rivelato un banco di prova significativo per il Partito Democratico e un primo, pesante, avvertimento per il Presidente Donald Trump in vista delle prossime elezioni di midterm. I Dem hanno infatti messo a segno uno storico tris di vittorie, culminato nell’elezione di Zohran Mamdani a New York e nell’affermazione delle prime due donne governatrici nella storia in New Jersey e Virginia.
Il risultato più clamoroso è giunto da New York, città natale del Presidente Trump, dove il 34enne Zohran Mamdani è stato eletto 111° sindaco, cavalcando un’ondata di entusiasmo che segna un netto cambio generazionale e ideologico. Mamdani, deputato statale di origini indiane nato in Uganda, è il primo sindaco musulmano e apertamente socialista nella storia della metropoli.
La sua vittoria è stata certificata rapidamente dall’Associated Press, appena 35 minuti dopo la chiusura dei seggi, dopo aver già sbaragliato l’ex governatore Andrew Cuomo alle primarie democratiche di giugno, nonostante il sostegno dei super PAC.
“Sono giovane, musulmano, un socialista democratico. E, cosa forse più grave per alcuni, non ho alcuna intenzione di scusarmi per questo”, ha dichiarato Mamdani tra gli applausi.
Rivolgendosi ai suoi sostenitori al Brooklyn Paramount Theater, Mamdani ha dedicato la vittoria a “lavoratori, immigrati e persone di colore” e ha parlato di una “nuova era definita da competenza e compassione”.
Il momento più teso del suo discorso, durato circa 25 minuti, è stato il messaggio diretto al Presidente Trump, che aveva apertamente osteggiato la sua candidatura:
“Donald Trump, so che stai seguendo, ho quattro parole: ‘turn up the volume’ (alza il volume)”, ha gridato il neoeletto sindaco. “Se qualcuno può dimostrare a una Nazione tradita da Donald Trump come sconfiggerlo, è la città che gli ha dato i natali”.
Mamdani ha definito il Presidente “il simbolo dei cattivi padroni di casa e della cultura della corruzione”, promettendo che New York mostrerà al mondo “come si sconfigge un despota”.
Il discorso ha incluso anche una celebrazione della diversità cittadina e un elenco di priorità politiche: il congelamento degli affitti, bus veloci e gratuiti e l’assistenza all’infanzia universale.
L’elezione di Mamdani non è stata priva di controversie. Fonti israeliane, infatti, lo hanno definito “un chiaro pericolo per la comunità ebraica” a causa delle sue posizioni.
Dal canto suo, il Presidente Trump ha cercato di minimizzare la portata della sconfitta democratica, dichiarando di aver “perso perché non ero su scheda”. Un’affermazione che non mitiga il valore simbolico di questo “Election Day” in cui i Democratici hanno dimostrato una rinnovata forza in stati chiave e nella sua stessa città natale.