Nuove tensioni tra le parti: Hamas non ha riconsegnato tutte le salme, Tel Aviv chiude Rafah. Denunciate violazioni del cessate il fuoco nella Striscia.
La tregua concordata ieri in Egitto si dimostra estremamente fragile a 24 ore dalla firma. La tensione tra Israele e Hamas è tornata a salire bruscamente a causa della mancata riconsegna in blocco dei corpi degli ostaggi deceduti nella Striscia di Gaza.
Su un totale di 28 ostaggi morti confermati, ne sono stati restituiti solo quattro. Israele accusa Hamas di non aver rispettato l’accordo e ha immediatamente reagito: su indicazione dell’apparato di sicurezza, il valico di Rafah tra Gaza ed Egitto è stato bloccato, e il flusso di aiuti umanitari è stato ridotto a soli 300 camion, la metà di quanto pattuito. “Il lavoro non è finito, i morti non sono stati riconsegnati come promesso!” ha tuonato il presidente USA Donald Trump dalla Casa Bianca.
Una fonte della sicurezza israeliana ha insistito che Hamas “conosce benissimo la posizione di più di 10 corpi”, mentre il gruppo militante palestinese ha replicato che l’operazione di recupero è estremamente difficile in una Striscia devastata da due anni di guerra. Nonostante l’annuncio di Hamas di voler consegnare altre quattro salme in serata, la Croce Rossa Internazionale ha avvertito che il recupero dei resti è una “sfida enorme” che “richiederà tempo, giorni o settimane”, con la possibilità che alcuni corpi non vengano mai ritrovati.
Il Forum dei parenti degli ostaggi ha espresso forte preoccupazione in una lettera all’inviato speciale USA, chiedendo che “la pressione su Hamas continui a intensificarsi” per il pieno rispetto dell’accordo.
Mentre il negoziato sulle salme rischia di far deragliare l’intera intesa, Hamas ha denunciato a sua volta violazioni del cessate il fuoco da parte israeliana. Secondo il Ministero della Sanità palestinese, almeno 44 persone sono morte nelle ultime 24 ore, sei delle quali colpite a morte dal fuoco israeliano. L’esercito israeliano (IDF) ha ammesso di aver aperto il fuoco contro palestinesi che avevano superato la cosiddetta “linea gialla” nel quartiere di Shujayea e nella zona di Khan Younis, dopo i parziali ritiri delle truppe.
Parallelamente, con il ritiro parziale dell’IDF, sono scoppiati scontri armati interni nella Striscia. Hamas sta conducendo una violenta campagna di “sicurezza” contro milizie locali e individui accusati di collaborazionismo con Israele. Lo scorso fine settimana, una trentina di persone sarebbero state uccise negli scontri tra Hamas e il potente clan Doghmush a Gaza City.
A riprova della dura repressione, Hamas ha diffuso ieri sera un filmato-choc che mostra l’esecuzione sommaria di otto uomini bendati in una piazza di Gaza City, accompagnato dal messaggio: “La resistenza esegue la condanna a morte contro diversi collaboratori e fuorilegge”.
Il quadro geopolitico resta teso anche su altri fronti. Un convoglio delle Nazioni Unite è stato colpito da un attacco russo nel sud dell’Ucraina. A bordo c’era anche un funzionario italiano, rimasto illeso come gli altri membri della missione. Sul fronte della difesa aerea, la NATO ha frenato l’UE, affermando che la gestione del “muro di droni anti-Mosca a est” sarà di competenza diretta dell’Alleanza.