
L’ex presidente vede sfumare i suoi obiettivi e la sua leadership globale. L’asse tra Xi, Putin e Kim rappresenta una sfida diretta alla politica estera di Washington.
La parata politico-militare a Pechino, che ha riunito i leader di Cina, Russia e Corea del Nord, sembra essere un affronto personale a Donald Trump, mettendo in luce le debolezze della sua politica estera. A giudicare dalla reazione sarcastica dell’ex presidente su Truth Social, l’obiettivo di minare la sua leadership personale è stato centrato. “Spero che siano giustamente onorati e ricordati per il loro coraggio e sacrificio!”, ha scritto rivolgendosi a Xi Jinping, lamentando che il tributo di sangue americano non sia stato menzionato. La frustrazione è palpabile, nonostante Trump abbia cercato di minimizzare il tutto, affermando che “la Cina ha bisogno di noi più di quanto noi abbiamo bisogno di lei”.
Gli esperti di politica estera sostengono che il raduno di potenze anti-occidentali a Pechino non sia solo un attacco a Trump, ma un chiaro segnale che le politiche di “America First” basate sulla coercizione e sul nazionalismo potrebbero accelerare un pericoloso spostamento di potere verso est. Secondo il professor Jackie S.H. Wong, “la Cina sta sfruttando i passi falsi o gli errori che gli Stati Uniti stanno commettendo”.
La parata ha evidenziato l’inefficacia dei tentativi di Trump di piegare i “duri globali” con la sua “art-of-the-deal”. Le sue manovre si sono rivelate un boomerang:
- Guerra commerciale: I dazi imposti alla Cina non hanno portato Pechino a cedere, ma hanno rivelato che la Cina ha un’arma segreta: il controllo delle terre rare, indispensabili per l’Occidente.
- Ucraina e Putin: Le minacce e gli inviti a un tavolo di pace con lo “zar” russo non sono serviti a fermare il conflitto in Ucraina, ma hanno di fatto riabilitato Putin e lo hanno spinto ancora di più tra le braccia di Xi.
- India: Nonostante i buoni rapporti con il primo ministro Narendra Modi, Trump ha irritato Nuova Delhi vantandosi di aver mediato una pace con il Pakistan e imponendo dazi sull’acquisto di petrolio russo, vanificando decenni di sforzi americani per tenere l’India lontana dalla Cina.
- Corea del Nord: I vertici con Kim Jong Un si sono rivelati infruttuosi. Il leader nordcoreano oggi ha più armi nucleari di prima e si è unito a pieno titolo al nuovo asse con Cina e Russia.
L’evento di Pechino è un chiaro segnale che Paesi come Vietnam, Egitto e Turchia, che in passato guardavano a Washington, ora sembrano orientarsi verso Pechino. La politica di bullismo di Trump non ha fatto altro che rafforzare un blocco globale alternativo, capace di frustrare il potere degli Stati Uniti su più fronti.