
Una giornata di forte mobilitazione e tensione ha segnato l’Italia, con decine di migliaia di persone scese in piazza in diverse città per lo sciopero generale proclamato da sindacati di base in solidarietà con la popolazione di Gaza.
Una giornata di alta tensione e grande mobilitazione in tutta Italia. Almeno 75 città sono state attraversate da cortei e manifestazioni per lo sciopero generale indetto a sostegno della popolazione di Gaza, con decine di migliaia di persone scese in strada per protestare. La mobilitazione, all’insegna del “blocchiamo tutto”, ha causato notevoli disagi, con il blocco di strade, autostrade e porti, e ha visto in alcuni casi degenerare la situazione in scontri con le forze dell’ordine.
Le situazioni più critiche si sono registrate a Bologna e Milano. Nel capoluogo emiliano, i manifestanti hanno bloccato la tangenziale e l’autostrada in entrambe le direzioni, costringendo la polizia a usare gli idranti per sgomberare le carreggiate. A Milano, momenti di tensione si sono verificati alla Stazione Centrale, dove manifestanti pro-Palestina hanno tentato di forzare l’ingresso, scontrandosi con le forze dell’ordine che hanno risposto con i lacrimogeni. Manifestanti con kefiah e bandiere palestinesi hanno forzato l’ingresso della Stazione Centrale, distruggendo una vetrata e scontrandosi con la polizia. La tensione è salita anche nei pressi del consolato americano, dove è stata data alle fiamme una bandiera degli Stati Uniti. L’intera area commerciale della stazione è stata evacuata e i manifestanti sono stati respinti con cariche e lacrimogeni. Sono oltre una decina i manifestanti fermati per i disordini, dove sono rimasti feriti o contusi una sessantina di esponenti delle forze dell’ordine, dei quali 23 già portati in ospedale e certificati.
Tra i cortei più numerosi, quello di Roma ha visto la partecipazione di oltre 50mila persone. La polizia ha eccezionalmente autorizzato una deviazione del percorso, permettendo ai manifestanti di sfilare per un tratto sulla Tangenziale Est. Tanti gli slogan contro il governo israeliano e le bandiere palestinesi sventolate, anche dai vigili del fuoco. Un episodio di tensione si è verificato con il lancio di uova contro l’Ufficio scolastico regionale, accusato dagli studenti di impedire la discussione del “genocidio di Gaza” nelle scuole.
Le proteste hanno coinvolto anche altre città italiane, con una partecipazione diffusa e diversificata:
- Torino: un gruppo di manifestanti ha bruciato un manifesto di Giorgia Meloni e Benjamin Netanyahu davanti a una fabbrica definita “di morte”, mentre un altro ha tentato di bloccare i binari della stazione di Porta Nuova.
- Venezia: oltre 20mila persone hanno concluso il corteo davanti al porto di Marghera con l’annuncio del “blocco ufficiale” delle merci.
- Pisa: cinquemila persone hanno invaso il centro città e hanno bloccato per diversi minuti la circolazione sulla superstrada Firenze-Pisa-Livorno, arrivando fino all’aeroporto Galilei.
- Livorno: un presidio ha bloccato il varco Valessini del porto, rallentando i flussi di mezzi.
- Genova: oltre 4mila manifestanti hanno bloccato l’imbocco del porto, con la partecipazione di studenti, docenti, lavoratori e vigili del fuoco.
- Napoli: davanti all’Università Federico II, i manifestanti hanno acceso fumogeni e chiesto di “bruciare gli accordi con Israele”. Un secondo corteo è atteso nel pomeriggio nei pressi dell’ex base NATO di Bagnoli, dove è prevista la visita del Presidente Sergio Mattarella, con un’imponente cornice di sicurezza.
- Palermo: migliaia di persone, inclusi bambini e famiglie, si sono ritrovate nel centro città, al grido di “Più scuole, mai più bombe”.
Proteste simili hanno interessato anche il porto di Marghera, dove un corteo ha tentato di entrare nell’area portuale ed è stato respinto dalle forze dell’ordine con idranti.
La mobilitazione, che ha visto l’adesione di lavoratori, studenti e famiglie, è stata indetta dai sindacati Usb e Cobas per chiedere al governo un impegno concreto per la pace a Gaza. Secondo gli organizzatori, circa 500mila persone sono scese in piazza in 65 città italiane, con un’adesione che ha raggiunto il 90% nel trasporto pubblico e il 50% nelle ferrovie. La giornata si è conclusa con un bilancio di forti disagi e tensioni, che riflettono la crescente preoccupazione per la situazione in Medio Oriente.