La Direzione nazionale del Pd approva la relazione di Renzi, ma la minoranza dem non vota e adombra la scissione. Il premier ha proposto di cambiare l’Italicum “in tempi certi”, subito dopo il voto sul referendum. Ma Cuperlo avverte: cambi ora oppure voto ‘no’ e mi dimetto.
Matteo Renzi in direzione Pd apre alla minoranza: ‘provo a offrire una soluzione, nel rispetto di tutti’. Ma se c’e’ chi immagina ‘di usare la legge elettorale come alibi, lo smontiamo’. E propone che la minoranza ‘entri in delegazione’ sentendo tutti i partiti, anche i 5 Stelle. A proposito del clima all’interno del partito Renzi nota che ‘da quando sono stato segretario non c’e’ mai stato un momento senza polemica interna, uno scontro permanente.
Con la direzione del Partito democratico di oggi, “abbiamo scelto la democrazia interna e non i caminetti dei big o presunti tale”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi intervenendo alla direzione del Pd. Il premier ha ricordato di averlo promesso durante le primarie: “L’impegno congressuale vale piu’ dei mal di pancia dei leader quindi parliamo qui”. In queste ore il nodo della riforma elettorale e del referendum l’hanno fatta da padrona con il botta e risposta tra l’ex segretario Pier Luigi Bersani e lo stesso Matteo Renzi. Nel suo intervento il segretario del Pd ha teso una mano alla minoranza interna proponendo “tempi certi” per la discussione in commissione della legge elettorale. Dovra’ accadere tutto all’indomani del referendum: “Non possiamo farlo in campagna referendaria – ha spiegato – ma l’impegno e’ iscriverlo in discussione nelle commissioni competenti nelle due settimane immediatamente successive”.
“Il Pd può discutere insieme ai propri compagni di strada e agli altri – che adesso finalmente hanno scoperto la gioia di confrontarsi sulla legge elettorale – sui tre punti fondamentali: ballottaggio, premio alla lista o alla coalizione, e il modo in cui si scelgono i deputati. Propongo tempi certi in questa discussione: non possiamo farlo durante la campagna referendaria, ma possiamo iscrivere all’ordine del giorno nei lavori della Commissione una discussione nel merito dalle settimane successive al referendum e prima della fine dell’anno”. Così, in merito all’Italicum, il premier-segretario Matteo Renzi alla direzione Pd. “La delegazione che propongo possa seguire questo lavoro – ha specificato Renzi – sarà presieduta dal vicesegretario Lorenzo Guerini con funzioni di coordinamento, i due capigruppo, il presidente più un esponente della minoranza che lascio alla minoranza il compito di scegliere perché non mi permetto di intervenire nel merito”. “Noi siamo totalmente disponibili, la richiesta che facciamo a questa delegazione è di incontrare tutti, anche il M5S, e di togliere anche questo alibi dal tavolo a chi parla e parla e sembra però più disposto ad aprire una discussione polemica che a trovare soluzioni”, conclude il segretario.
“Abbiamo davanti settimane difficili, per tutti. Se non ci dovesse essere un accordo nel Pd sulle politiche di centrosinistra da seguire, allora il 4 dicembre non potrò votare quella riforma che ho votato tre volte e, se mi costringerai a esprimere quel voto (No, ndr), sarà mia premura rassegnare le mie dimissioni da deputato”. Così Gianni Cuperlo, intervenendo in direzione Pd dopo la relazione del premier-segretario Matteo Renzi, in merito alla discussione su Italicm e referendum.
Il tema della direzione del Partito Democratico va oltre il referendum e le modifiche all’Italicum, per l’esponente della minoranza dem, Gianni Cuperlo. “Il tema e’ capire uno strappo nella comunita’ larga della sinistra”, ha precisato Cuperlo che, poi, si e’ rivolto direttamente a Renzi: “Questa mossa e’ in capo a te, non solo a te, ma prevalentemente a te”. Cuperlo ha deciso, quindi, di aspettare le prossime mosse del presidente del consiglio per decidere come schierarsi al referendum: “La via indicata” da Renzi, di formare delle delegazioni per sondare il campo delle forze politiche su eventuali modifiche alla legge elettorale, “si e’ arrestata a meta’ del sentiero, ma e’ un segnale che voglio cogliere. Il tema e’ se esiste la volonta’, che in politica conta molto, di ricomporre una frattura. Per questo penso sia giusto andare a vedere la sostanza perche’ il Pd ha investito molto, forse troppo, sull’Italicum. Nel merito e anche nel metodo. Oggi, il Pd deve avere una sua proposta da mettere in campo, che non puo’ essere solo una proposta di metodo”, ha concluso Cuperlo.
“Queste riforme sono o meno un elemento della competivita’ del Paese e della credibilita’ della politica? Ci stiamo giocando tutto li’, abbiamo il dovere di darci una risposta questa sera”. Cosi’ Matteo Renzi replicando alla direzione del Pd. “Fuori da qui c’e’ l’Italia, c’e’ una ripresa e un cambiamento che si vede, ma e’ ancora da conquistare, o lo facciamo noi o non lo fanno gli altri”.