
Il leader di Italia Viva lancia la “Star Tax” per i giovani. Schlein e gli alleati: “Unità indispensabile, ma la Premier usa la clava”
A Firenze, alla kermesse della Leopolda, e a Roma, sui palchi di Fanpage, il centrosinistra e il Terzo Polo provano a ridefinire le proprie strategie in vista delle scadenze elettorali che vanno oltre il 2026. L’obiettivo comune, ribadito da tutti i leader, è sconfiggere l’attuale premier, Giorgia Meloni, ma le strade e le priorità restano distinte, in un dibattito acceso che non ignora le recenti sconfitte regionali.
Il presidente di Italia Viva, Matteo Renzi, ha concentrato il suo intervento sulla necessità di costruire una “Casa riformista”, una sorta di Terzo Polo allargato, per evitare che la Destra consolidi il suo potere. “Per mandare a casa la premier Giorgia Meloni, i voti del Pd, M5s e di Avs non bastano, al massimo arrivano al 40%”, ha spiegato Renzi.

L’avvertimento più netto riguarda il futuro Capo dello Stato: “Senza Casa riformista, il Quirinale diventa una Casa populista. Tra due anni ci troviamo Meloni al Colle con i pieni poteri”.
Renzi ha anche avanzato una proposta programmatica concreta: la “Star tax”, un sistema che prevede una riduzione delle tasse basata sull’età anagrafica: “Più sei giovane, meno tasse paghi”. Il leader ha confermato che Italia Viva non si scioglierà, ma “contribuirà a dar vita a Casa riformista”, con l’intenzione di attrarre anche scontenti di Forza Italia, Azione e, sottotraccia, del Partito Democratico.

Contemporaneamente, a Roma, la segretaria del PD Elly Schlein è salita sul palco con i leader di Alleanza Verdi e Sinistra (AVS), Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, mentre il presidente del M5s, Giuseppe Conte, era assente. Il refrain condiviso è stato che l’unità delle opposizioni è una condizione “indispensabile” ma non “sufficiente” per sfidare Meloni.
I tre leader si sono uniti nell’attacco alla premier, accusata di usare la “clava” contro chi manifesta, “senza che il governo abbia mai condannato i crimini di Netanyahu”. Bonelli ha difeso le manifestazioni pro-Palestina, ricordando che “ho visto una manifestazione che all’unanimità ha cacciato gli incappucciati neri, che vanno condannati senza se e senza ma”.
Per Schlein, l’obiettivo per le prossime politiche è una coalizione “la più ampia possibile”, che per ora vede all’interno PD, M5s e AVS, con Italia Viva che viene definita “sulla porta d’ingresso”. Azione, invece, continua a dirsi contraria.
Se l’unità è l’obiettivo strategico, le differenze restano sul piano programmatico e sull’approccio alle piazze.
Fratoianni ha sottolineato la necessità di una “proposta, un programma” che deve “attraversare il Paese” e ridare protagonismo alla società. AVS ha rilanciato due storiche proposte della sinistra: una patrimoniale sulle grandi ricchezze (sostenuta anche da Bonelli) e il ritorno della scala mobile, attraverso lo “sblocca stipendi” già depositato in Parlamento.
Sul fronte internazionale, Renzi ha criticato chi si limita alle manifestazioni: “La politica è un’altra cosa, ed è trovare soluzioni”, citando l’esempio di Tony Blair sul conflitto mediorientale.
Posizione opposta per Fratoianni (“Sono stato in tutte le manifestazioni perché lì si deve stare”) e per Schlein: “Bisogna continuare a fare rumore per porre fine al genocidio, per ottenere una pace giusta”. La segretaria PD ha espresso perplessità sul “Piano Trump” di pace per Gaza, definito da Bonelli e Fratoianni un “piano neocolonialista”.
In attesa dei risultati delle prossime regionali, Bonelli ha fissato il prossimo appuntamento: “Dopo le regionali abbiamo il dovere di individuare i punti programmatici che parlano al Paese. Dobbiamo dire in maniera chiara come vogliamo cambiare l’Italia”.