
Botta e risposta infuocato in Senato tra la premier Giorgia Meloni e la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein sul tema della difesa e della politica estera. A poche ore dalla sua partenza per il vertice NATO all’Aia e il Consiglio Europeo a Bruxelles, Meloni ha ribadito la sua visione: “Sulla difesa, io la penso come i Romani: si vis pacem, para bellum” (se vuoi la pace, prepara la guerra).

La Presidente del Consiglio ha argomentato la sua posizione spiegando che “se si hanno sistemi di sicurezza e di difesa solidi, si possono più facilmente evitare conflitti”. Un approccio che, a suo dire, non è finalizzato all’attacco ma alla deterrenza. Meloni ha inoltre difeso ìl presidente americano Donald Trump, sostenendo che il “caos” globale non è stato generato da lui, ma è una situazione preesistente e in evoluzione. La premier ha cercato di mantenere un tono parzialmente “moderato” in aula, evitando le provocazioni e puntando a un “ragionamento il più possibile insieme”, pur non rispondendo direttamente ad alcune delle accuse più pressanti.
Immediata e veemente la replica di Elly Schlein. “Vorrei dirle che rispetto a 2000 anni fa il mondo ha fatto passi avanti nella risoluzione delle controversie”, ha replicato la leader dem, attaccando direttamente la visione di Meloni. “Preparare la guerra, come pensa lei, è il contrario di quello che serve all’Italia. Io la penso come i costituenti che hanno scritto che l’Italia ripudia la guerra. Alla premier dico: se vogliamo la pace, prepariamo la pace”. Un’affermazione che riaccende lo scontro tra le due leader, a pochi giorni da una telefonata che aveva fatto sperare in una tregua politica.
Il dibattito in Senato ha visto anche l’intervento di Matteo Renzi, che ha incalzato Meloni con quattro domande pungenti. Il leader di Italia Viva ha chiesto conto della presunta esclusione dell’Italia da alcune partnership strategiche europee, della mancata partecipazione a un incontro con Trump a Tirana e dell’informazione sull’attacco all’Iran. “Perché si spiano i giornalisti?”, ha poi rincarato Renzi, riferendosi al caso delle intercettazioni. Meloni non ha risposto direttamente alle domande di Renzi, che ha commentato con sarcasmo: “Si è avvalsa della facoltà di non rispondere, per me è un riconoscimento fantastico. Quando si ha paura della verità si fugge”.
La premier ha invece riservato alcune “punzecchiature” al leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, oggi all’Aia per una manifestazione contro le politiche di riarmo. Meloni ha ironizzato: “Io vorrei essere Conte. Invece sono Meloni: nella vita non si può sempre essere fortunati”. Ha poi accusato Conte di non aver rispettato gli impegni sul 2% del PIL destinato alle spese di difesa, un accordo “firmato” anche dal suo governo. Da Amsterdam, Conte ha prontamente replicato, definendo “una follia” l’aumento della spesa militare e accusando Meloni di perseguire “l’ideologia delle armi” a discapito dei cittadini italiani che soffrono.
Al termine della discussione, la premier si è recata al Quirinale per il tradizionale pranzo con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, prima di volare all’Aia per il vertice NATO, dove è atteso anche Donald Trump.