
“Tra Partecipazioni e Privatizzazioni – Il ruolo delle società a partecipazione pubblica e gli effetti delle grandi dismissioni nell’attuale scenario politico nazionale e internazionale” è stato il tema della conferenza che si è tenuta martedì 15 aprile 2025 a Roma, a palazzo Ferrajoli. L’incontro si inserisce nel ciclo delle Conferenze del Club della Colomba della Civiltà nate come costola del prestigioso Premio “Le Ragioni della Nuova Politica” istituito nel 1996 dall’Associazione culturale “L’Alba del Terzo Millennio”, per volontà del presidente Sara Iannone.



Relatori: Paolo Cirino Pomicino, politico e già ministro della Repubblica Italiana; Stefano Pontecorvo, Ambasciatore, Presidente di Leonardo S.p.A.; Vincenzo Sanasi D’Arpe, Amministratore delegato Consap; Roberto Sommella, direttore di Milano Finanza, che è stato anche il moderatore della conferenza.
“Ci stiamo giocando un posto importante nel mondo, un posto che noi abbiamo”. Roberto Sommella nel suo intervento introduttivo ha espresso una visione ottimistica rispetto alle possibilità del nostro Paese che ha definito un “gigante economico” con in sé il “DNA del miracolo economico”, sottolineando come le piccole e medie imprese siano state e siano ancora “il nostro miracolo economico”.
Invece, l’immagine che ha reso dell’Unione europea è quella di un “gigante normativo” e insieme di un “nano politico”, sottolineando la quantità di regole che troppo spesso imbrigliano. In particolare ha sottolineato che le regole europee per il green andranno a favorire soprattutto la Cina, per esempio nel mercato dell’auto dove produce elettriche che costano meno della metà delle altre. “Non bastano dazi al 100% per essere più competitivi della Cina – ha concluso – dobbiamo concentrarci sul nostro valore aggiunto e su quanto possiamo fare”.



“Trump è un palazzinaro senza regole e senza morale” è stata la definizione lapidaria che Paolo Cirino Pomicino ha dato del Presidente americano sottolineando come la stessa idea di fare leggi pro-America sia in sé anti-globalizzazione.
La memoria storica e la straordinaria capacità d’analisi politica di Pomicino hanno regalato alla platea una lucida ricostruzione dei passaggi politici che spinsero alla dismissione degli asset fondamentali.
“Le privatizzazioni fatte alla carlona hanno impoverito l’Italia”, ha detto Pomicino, aggiungendo che, nel 1991, la dichiarata necessità di risanare i fondi pubblici fu una menzogna di Romano Prodi, sostenuta da Mario Draghi allora Direttore generale del Tesoro.
“La politica ha perso il suo primato”, ha detto inoltre l’ex ministro affermando che il dramma vero, dal 1980 ad oggi è stata la “finanziarizzazione dell’economia”.
“Abbiamo bisogno di rilanciare la presenza pubblica nell’economia, nei mercati finanziari e nei mercati industriali, anche per un equilibrio democratico rispetto alla grande ricchezza finanziaria” dei colossi tipo Amazon…e per riequilibrare il rapporto fra l’Italia e il resto del mondo.

Sommella, prima di dare la parola al Prof. Vincenzo Sanasi D’Arpe, ha ricordato che l’Italia sta ricominciando a statalizzare qualcosa, ad esempio con la Sip, Società Italiana Poste, che ha acquisito il 24,8% di Tim, Aspit, la vecchia Società Autostrade, che in parte è tornata sotto lo Stato anche se insieme con due grandi fondi stranieri, l’Ilva, che se si spegne perdiamo la più importante acciaieria d’Europa e un punto di PIl, e l’offerta pubblica di scambio – OPS – su Mediobanca mentre si voleva privatizzare il Monte dei Paschi di Siena.
“Rientrare nelle aziende è un bene”, ha confermato il Prof. Vincenzo Sanasi D’Arpe prima di addentrarsi in una puntuale e affascinante ricostruzione storica, come in quadro sinottico dove visualizzare e seguire quanto avvenuto negli anni e nella gestione pubblica delle aziende fondamentali per l’economia e lo sviluppo del Paese. Dalla nascita dell’Iri con le finanziarie di settore (Stet, Finmare, Finsider, Finmeccanica, Fincantieri, Finelettrica) e le banche (Banco di Roma, Banco di Santo Spirito, Credito Italiano), alle visioni economico-politiche di Adam Smith e John Maynard Keynes
“Dovremmo andare verso una partnership tra pubblico e privato”, è l’auspicio dell’Amministratore delegato della Consap, ma con una presenza forte dello Stato che deve riprendere un ruolo da protagonista non soltanto nei casi di crisi, ma soprattutto come agente per il rilancio nei settori strategici considerando, infine, un allargamento della golden power.



Meno ottimista si è dimostrato l’Ambasciatore Stefano Pontecorvo: “Un mondo partecipato che non esiste più” ha affermato spiegando che oggi la partecipata italiana è una S.p.A. come un’altra perché la golden power non è sufficiente per tutelare gli interessi nazionali nei settori strategici. E ha portato l’esempio di Leonardo, di cui è Presidente, che al prossimo cambio del vertice rischierà di essere guidata da uno straniero senza che la norma possa evitarlo. E Leonardo è una multinazionale strategica e determinante che, inoltre, dà lavoro a duecentomila persone nel mondo, ha 31 stabilimenti in Italia, produce un punto di Pil e crea indotto per 4000 Pmi. Ed ecco l’altra dolente nota: le piccole aziende non hanno futuro perché non possono sostenere l’adeguamento tecnologico necessario a garantire la quantità e la velocità di produzione necessarie, ha detto Pontecorvo. Un esempio: il supercomputer. Leonardo ha il terzo più potente al mondo che costa soltanto 15 milioni di euro, ma che non si compra; “bisogna essere capaci di costruirlo”, ma questa tecnologia può arrivare soltanto da grandi imprese. Una soluzione, secondo il Presidente, potrebbe essere l’aggregazione, soprattutto delle piccole imprese, per riuscire ad essere all’altezza del mercato.

Tra gli ospiti che dalla platea hanno stimolato i relatori con le domande finali c’erano: il Prof. Giancarlo Sestini, la vicepresidente dell’Associazione Italia-Ungheria Erika Fodrè, il Prof. Fabio Verna. Il presidente Sara Iannone, in occasione dei saluti conclusivi ha voluto ribadire l’importanza della necessità emersa nel dibattito di ampliare quanto più possibile la presenza dello Stato soprattutto nelle aziende strategiche.
La Conferenza si è conclusa con un momento conviviale. Tra gli invitati: il Prof. Eugenio Gaudio, Presidente Fondazione Sapienza, Franco Massi, Segretario generale Corte dei Conti, l’Ambasciatore Alessandro Minuto Rizzo, Giovanni Calabrò, Direttore generale AGCM, il Prof. Gianfranco Lizza, Piero Cucunato, Paolo Naccarato, il Prefetto Fulvio Rocco, Francesco Greco, Fabia Baldi, Marco Medici, Pierangelo Panozzo, Elisabeth Jenny Bholin, Andrea Morini, l’Avvocato di Stato Raffaele Tamiozzo, il Presidente Francesco Trebisonda…