
Donald Trump torna all’attacco e alza il tiro contro l’Europa. In un’intervista alla CNBC, il presidente americano ha minacciato di imporre dazi del 35% sull’Unione Europea, a meno che i Paesi membri non rispettino l’accordo che, secondo lui, prevede investimenti per 600 miliardi di dollari negli Stati Uniti. “L’unica ragione per cui li ho abbassati al 15% è stata questa”, ha affermato Trump, facendo riferimento all’intesa raggiunta in Scozia con la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. L’Ue, dal canto suo, ha confermato la sospensione per sei mesi delle contro-tariffe da 93 miliardi, un gesto di distensione in attesa che l’accordo venga formalizzato.
Le minacce di Trump non si fermano all’Europa. Il presidente ha annunciato una potenziale escalation sui dazi per i prodotti farmaceutici, che potrebbero salire fino al 250% nel giro di un anno e mezzo, con l’obiettivo di riportare la produzione negli Stati Uniti. “Applicheremo inizialmente una tariffa modesta, ma entro un anno, un anno e mezzo al massimo, salirà al 150% e poi al 250%”, ha dichiarato. Non solo, Trump ha anche anticipato l’introduzione di nuove tariffe su semiconduttori e chip entro la prossima settimana.
L’escalation protezionistica di Trump si estende anche all’Asia. Il presidente ha annunciato che aumenterà “molto” i dazi sull’India, accusandola di avere “le tariffe più alte di tutti” e di “alimentare la macchina da guerra” russa con l’acquisto di petrolio. “L’India ha le tariffe più alte di tutti e gli Stati Uniti fanno pochi affari a causa di tariffe così alte”, ha detto Trump, aggiungendo: “Abbiamo deciso per il 25%, ma credo che lo aumenterò molto nelle prossime 24 ore perché stanno comprando petrolio russo”.
Mentre l’amministrazione Trump celebra la riduzione del deficit commerciale americano, sceso a 60,2 miliardi di dollari a giugno, gli economisti lanciano un avvertimento. Secondo Alberto Cavallo, economista di Harvard, i costi di questa politica commerciale finiranno per ricadere sui consumatori americani, che vedranno un aumento generalizzato del costo della vita. “I costi si accumulano, e alla fine saranno gli americani a pagare la maggior parte del prezzo”, ha dichiarato Cavallo, definendo la strategia dei dazi un’arma a doppio taglio: “Più entrate per lo Stato, ma meno soldi in tasca per i contribuenti”. Un paradosso che, secondo gli analisti, potrebbe trasformare la guerra commerciale in un autogol.