
M5S VERSO LA SCISSIONE, APPELLO DI GRILLO ALLA PERSEVERANZA: “I GRILLINI NON SONO PIU’ MARZIANI”
I contrari sono stati 56, gli astenuti 5. Nell’intervento a Montecitorio, il premier si impegna sulla giustizia: “Difenderemo l’economia dalla corruzione e dalla burocrazia. Trasparenza e semplificazione i due cardini per intervenire”. E, fra gli applausi, aggiunge: “Processi giusti e di ragionevole durata in linea con l’Ue”. La fronda in M5s si attesta a 31 deputati fra contrari, astenuti e assenti dall’Aula non giustificati: ora rischiano l’espulsione. Il leghista Vinci vota no e passa con FdI.
Guai in casa Cinque Stelle. Il fondatore del movimento: “Serve un salto quantico, unita’ e patto verde sono l’unica strada”. Gli espulsi lavorano a un gruppo autonomo. Di Battista: “Sana e robusta opposizione”.
La lotta alla corruzione e alle mafie, da tenere a distanza dal Recovery plan, la necessità di “azioni innovative” sul fronte giustizia per arrivare a “un processo giusto e di durata ragionevole, in linea con la media degli altri Paesi europei”, la ricetta per la ripartenza delle Pmi, fatta di internazionalizzazione credito di imposta per gli investimenti, ricerca e sviluppo nel Mezzogiorno, Transizione 4.0. Sono le cose da fare su cui punt Mario Draghi, che per tutto il giorno ha ascoltato li interventi dei deputati. La sua replica è durata 13 minuti ed è stata incentrata tutta sulle cose da fare. Uno “sguardo costantemente rivolto al futuro”, per quello che Drsghi defisce “lo sforzo comune” verso il superamento dell’emergenza sanitaria e della crisi economica. E che “certamente caratterizzerà l’azione di questo governo”.
Si tratta di una sfida “molto difficile”. “Non ci saremo a ogni costo, resteremo sempre fedeli ai nostri principi”, mette in chiaro il M5S annunciando che non arretrerà su giustizia e reddito di cittadinanza. Anche il ‘responsabile’ Pd, Graziano Delrio, ammette di non credere “ai salvatori della Patria”, pur impegnandosi “non a promettere ma a costruire unità”. I più convinti sostenitori di ‘super Mario’ restano i renziani, con Roberto Giachetti che riesce anche a strappargli un sorriso quando, da romanista a romanista, lo paragona a Francesco Totti, “al quale riconosciamo lungimiranza, intelligenza e precisione nei passaggi”. Dall’opposizione arrivano le parole dure di Giorgia Meloni, che esordisce citando Bertold Brecht: “Ci sedemmo dalla parte del torto perché tutti gli altri posti erano occupati”, dice prima di rivendicare il fatto che – senza la posizione assunta da Fdi – l’Italia si sarebbe ritrovata “vicina alla Corea del Nord”. Prima del voto di fiducia, poi, sono una decina i parlamentari del M5S che intervengono in dissenso ‘a viso aperto’ e dicono no a Draghi.
L’espulsione dei 15 senatori dissidenti che hanno votato no alla fiducia, a cui si sono aggiunti i deputati crea una situazione incandescente nel M5S che costringe Beppe Grillo ad intervenire nuovamente, invocando l'”unita’” come “unica strada” e tornando a blindare Draghi: “I grillini non sono piu’ marziani”, scrive sui social.