La tregua nella Striscia di Gaza rimane in un equilibrio precario, con l’ex Presidente degli Stati Uniti Donald Trump che insiste sulla sua validità, nonostante i sanguinosi attacchi che hanno causato almeno 45 vittime nella giornata di ieri. Sul fronte diplomatico, una delegazione americana di alto livello si sta recando in Israele per tentare di consolidare la fragile intesa. Nel frattempo, Trump ha nuovamente espresso la sua posizione sui negoziati tra Russia e Ucraina, chiedendo a Kiev di cedere il Donbass per porre fine al conflitto.
L’esercito israeliano (IDF) ha annunciato ieri di aver bombardato decine di postazioni di Hamas, in risposta a presunte violazioni della tregua in vigore dal 10 ottobre. Gli attacchi hanno colpito diverse aree dell’enclave, tra cui Zuwaida e Nusseirat, provocando la morte di civili, inclusi bambini e un giornalista.
Nonostante il bilancio di almeno 45 vittime, Trump ha minimizzato, dichiarando che il cessate il fuoco è “ancora in vigore”, attribuendo le violazioni a “ribelli all’interno del gruppo” e non ai leader di Hamas. “Vogliamo assicurarci che tutto vada liscio con Hamas,” ha affermato il tycoon, aggiungendo che la situazione sarà “gestita correttamente, e con fermezza.”
La missione diplomatica statunitense, guidata dall’inviato speciale Steve Witkoff, dal consigliere Jared Kushner e dal vicepresidente J.D. Vance, è attesa in Israele per incontrare il Primo Ministro Benjamin Netanyahu e lavorare per una pace duratura, pur riconoscendo – come aveva anticipato Vance – che la tregua avrebbe inevitabilmente “alti e bassi”.
Sul fronte est-europeo, l’ex Presidente americano ha ribadito il suo desiderio che la guerra tra Russia e Ucraina “si fermi”, sostenendo che il 78% del territorio ucraino è già occupato e suggerendo che Kiev dovrebbe negoziare il resto “più avanti”.
Secondo fonti, Trump avrebbe intimato al Presidente ucraino Volodymyr Zelensky di cedere il Donbass, con il monito: “altrimenti sarai distrutto”. Zelensky, tuttavia, si è dimostrato inflessibile, ribadendo di essere contrario a concedere ricompense ai “terroristi” e sollecitando “passi decisivi” da parte degli Stati Uniti, dell’Unione Europea e dei Paesi G7 e G20.